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"C'était à cause du soleil"
"L'étranger", pubblicato da Gallimard nel 1942, fu la prima opera del premio Nobel (1957) Albert Camus.
Questo testo va considerato a mio avviso, un capolavoro nella misura in cui lo si consideri come emblematico della filosofia esistenzialista. Consideralo un romanzo letterario in senso stretto non è corretto.
E' difficile parlarne senza entrare nei dettagli anche perchè è al tempo stesso un'opera semplice e complessa.
Semplice per quanto riguarda la storia.
Vi sono due parti.
Una prima dove il protagonista Mersault -semplice impiegato residente ad Algeri- si reca a Marengo dove ci sarà il funerale della madre morta in ospizio. Al suo ritorno intraprenderà una relazione sentimentale con Marie, ex-collega e approfondirà l'amicizia con un vicino di casa. Nell'innocuo svolgersi dei fatti si arriverà ad una tragedia. (view spoiler)
Questa in breve e senza troppe anticipazioni la scarna sinossi.
In realtà , il romanzo ha una architettura talmente ben congegnata da offrire interpretazioni di maggior spessore.
Innanzitutto, occorre dire che non viene offerta nessuna occasione per cui il lettore possa simpatizzare con il protagonista.
Mersault: il fatto stesso che venga mai chiamato con il nome proprio ci avverte di mantenere le distanze; allontana ogni possibilità di intimità . Egli, inoltre è un uomo che sorprende per la sua freddezza ("Aujourd'hui maman est morte. Ou peut-être hier, je ne sai pas").
E' un uomo sopraffatto dalla sua fisicità : fame, sete, caldo, sonno, desiderio sessuale hanno il sopravvento su ogni emozione.
Non si può dunque amare ma lo si deve interpretare come degno rappresentante di quello che la filosofia esistenzialista sosteneva.
La vita ha un trascorrere inevitabile. Si fanno delle scelte: giuste o sbagliate che siano ci portano su un sentiero tracciato ed il caso (hasard) vuole che non ci siano più biforcazioni; bisogna solo andare avanti ed accettare ciò che troveremo al varco. A tutto ci si abitua!
Mersault, dunque, rifiuta di essere attore di un cambiamento della propria vita perchè non servirebbe a nulla di fronte ad un destino ineluttabile. La sua partecipazione è, invece, attiva nell'osservare.
Si mette sul balcone e guarda la gente passare; ne osserva e descrive i volti, deduce scene di vita quotidiana.
Un'attenzione particolare, poi, la pone alla natura. Ci sono continue annotazioni in merito al cielo, ai passaggi giorno/notte.
Il sole è un elemento ricorrente: fa sudare, fa confondere la vista e fa perdere il senno come accadrà nel tragico svolgimento del dramma.
Nella sua complessità trovo che il romanzo sia congegnato in base ad una climax che lo attraversa in un crescendo lieve ma continuo.
Nella prima parte attraverso un linguaggio semplice che elenca azioni della quotidianità si passa poi alla seconda parte dove il registro linguistico si innalza e al contempo il protagonista riflette sulla sua personalità e sulla sua esistenza fino ad arrivare ad uno scoppio di rabbia.
L'emergere improvviso di un emozione così forte colpisce ed è il manifesto finale del romanzo: tutta la sua vita è stata condotta nella ragione.
Una vita assurda dove un alito scuro lo avvolgeva senza che se ne accorgesse e preparava negli anni questo epilogo.
Assurdo ma ineluttabile.
"L'étranger", pubblicato da Gallimard nel 1942, fu la prima opera del premio Nobel (1957) Albert Camus.
Questo testo va considerato a mio avviso, un capolavoro nella misura in cui lo si consideri come emblematico della filosofia esistenzialista. Consideralo un romanzo letterario in senso stretto non è corretto.
E' difficile parlarne senza entrare nei dettagli anche perchè è al tempo stesso un'opera semplice e complessa.
Semplice per quanto riguarda la storia.
Vi sono due parti.
Una prima dove il protagonista Mersault -semplice impiegato residente ad Algeri- si reca a Marengo dove ci sarà il funerale della madre morta in ospizio. Al suo ritorno intraprenderà una relazione sentimentale con Marie, ex-collega e approfondirà l'amicizia con un vicino di casa. Nell'innocuo svolgersi dei fatti si arriverà ad una tragedia. (view spoiler)
Questa in breve e senza troppe anticipazioni la scarna sinossi.
In realtà , il romanzo ha una architettura talmente ben congegnata da offrire interpretazioni di maggior spessore.
Innanzitutto, occorre dire che non viene offerta nessuna occasione per cui il lettore possa simpatizzare con il protagonista.
Mersault: il fatto stesso che venga mai chiamato con il nome proprio ci avverte di mantenere le distanze; allontana ogni possibilità di intimità . Egli, inoltre è un uomo che sorprende per la sua freddezza ("Aujourd'hui maman est morte. Ou peut-être hier, je ne sai pas").
E' un uomo sopraffatto dalla sua fisicità : fame, sete, caldo, sonno, desiderio sessuale hanno il sopravvento su ogni emozione.
Non si può dunque amare ma lo si deve interpretare come degno rappresentante di quello che la filosofia esistenzialista sosteneva.
La vita ha un trascorrere inevitabile. Si fanno delle scelte: giuste o sbagliate che siano ci portano su un sentiero tracciato ed il caso (hasard) vuole che non ci siano più biforcazioni; bisogna solo andare avanti ed accettare ciò che troveremo al varco. A tutto ci si abitua!
Mersault, dunque, rifiuta di essere attore di un cambiamento della propria vita perchè non servirebbe a nulla di fronte ad un destino ineluttabile. La sua partecipazione è, invece, attiva nell'osservare.
Si mette sul balcone e guarda la gente passare; ne osserva e descrive i volti, deduce scene di vita quotidiana.
Un'attenzione particolare, poi, la pone alla natura. Ci sono continue annotazioni in merito al cielo, ai passaggi giorno/notte.
Il sole è un elemento ricorrente: fa sudare, fa confondere la vista e fa perdere il senno come accadrà nel tragico svolgimento del dramma.
Nella sua complessità trovo che il romanzo sia congegnato in base ad una climax che lo attraversa in un crescendo lieve ma continuo.
Nella prima parte attraverso un linguaggio semplice che elenca azioni della quotidianità si passa poi alla seconda parte dove il registro linguistico si innalza e al contempo il protagonista riflette sulla sua personalità e sulla sua esistenza fino ad arrivare ad uno scoppio di rabbia.
L'emergere improvviso di un emozione così forte colpisce ed è il manifesto finale del romanzo: tutta la sua vita è stata condotta nella ragione.
Una vita assurda dove un alito scuro lo avvolgeva senza che se ne accorgesse e preparava negli anni questo epilogo.
Assurdo ma ineluttabile.
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1987
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August 3, 2014
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August 5, 2014
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August 4, 2017
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Mersauld: condannato per non aver pianto al funerale della madre!

Ti segnalo un libro recente di un giovane autore arabo, Doud, intitolato proprio"Il caso Meursault" , un romanzo risposta al libro di Camus, in cui si ironizza amaramente s..."
Grazie @Emilio. Mi ricordo di questo libro. Prima o poi lo leggerò 😉

Si. Ho una vecchia edizione Gallimard che leggevamo in quinta liceo. É stato emozionante anche il solo riaprirlo 😊

Hai un inestimabile senso della sintesi. Il succo è proprio questo. 😃
Dagio_maya wrote: "Il vecchio e il lago. wrote: "Mersauld: condannato per non aver pianto al funerale della madre!"
Hai un inestimabile senso della sintesi. Il succo è proprio questo. 😃"
"Inestimabile senso della sintesi": questo non me l'aveva ancora detto nessuno.
Hai un inestimabile senso della sintesi. Il succo è proprio questo. 😃"
"Inestimabile senso della sintesi": questo non me l'aveva ancora detto nessuno.

Si. Ho una vecchia edizione Gallimard che leggevamo in quinta liceo. ..."
Complimenti! :)))
Ti segnalo un libro recente di un giovane autore arabo, Doud, intitolato proprio"Il caso Meursault" , un romanzo risposta al libro di Camus, in cui si ironizza amaramente sulla 'insolazione' che hai inizialmente citato ad inizio commento.