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��... si verificò un fenomeno rarissimo nella sua vita: dubitò della propria perfezione.��

Dopo circa trent’anni dalla sua istituzione, nel 1930, il Nobel per la Letteratura fu assegnato per la prima volta ad uno scrittore statunitense: Sinclair Lewis.
Nel discorso che tenne alla cerimonia disse:

"in America la maggior parte di noi �� non solo i lettori, ma anche gli scrittori �� ha ancora paura della letteratura che non è glorificazione di tutto ciò che è Statunitense, un'esaltazione dei nostri difetti così come delle nostre virtù", e che gli Stati Uniti sono "il più contraddittorio, deprimente, emozionante Paese al mondo oggigiorno".

Questo fu un po�� il senso della sua opera.
“Babbit�� (1922), in particolare, è un romanzo satirico che ironizza sulla standardizzazione dello stile di vita americano.

La storia si svolge nell’immaginaria citta di Zenith, nome che ci dà l’evidenza di essere un luogo emblematico attraverso il quale osservare lo stile di vita ed il pensiero di molte altre citta statunitensi.
George Babbit dirige un’agenzia immobiliare, conduce una vita morigerata secondo gli standard accettati dalla sua comunità:
una moglie, due figli, una casa arredata secondo il modello di molte altre, apparecchi elettronici di ultima generazione.
Una vita vigilata e costretta dentro a rigidi paletti dietro cui nascondere le proprie insicurezze:
il Dio del Progresso, l’Uniforme del Buon Borghese, l’imperativo del Produrre, l’Amore per l’Automobile (noto prolungamento della virilità), insomma un Buon Cittadino Americano ed una Buona Persona che, ovviamente, ha cieca fede nel Partito repubblicano con tutto ciò che ne consegue.
A quarantasette anni è totalmente immerso dalla consuetudine che basta poco a farlo dubitare.
Una piccola inquietudine che, giorno dopo giorno, cresce finchè reclama di essere ascoltata e fa nascere il sospetto di non essere poi un Uomo così Riuscito.

Strutturato in trentaquattro brevi capitoli (come adoro i capitoli brevi!) pecca di qualche ripetizione ma sostanzialmente un ottimo romanzo che ci racconta la mediocrità degli arrivisti rimasta tale e quale dopo cento anni.
Sarebbe bello se Lewis fosse un rispolverato magari con una traduzioni più moderna...

"E allora successe la cosa incredibile; Babbitt brontolò: - Come vorrei potergli dare un calcio e buttarlo in mezzo alla strada! E stare tutto il giorno a pancia all'aria! E stasera andare di nuovo da Gunch e bestemmiare come un turco e bere centonovantanove bottiglie di birra!"