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Natale Quotes

Quotes tagged as "natale" Showing 1-10 of 10
Charles Dickens
“Risero alcuni di quel mutamento, ma egli li lasciava ridere e non vi badava; perch¨¦ sapeva bene che molte cose buone, su questo mondo, cominciano sempre col muovere il riso in certa gente. Poich¨¦ ciechi aveano da essere, meglio valeva che stringessero gli occhi in una smorfia di ilarit¨¤, anzi che essere attaccati da qualche male meno attraente.”
Charles Dickens, Cantico di Natale
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Charles Dickens
“Io onorer¨° sempre Natale nel cuore, io ne serber¨° il culto tutto l¡¯anno. Vivr¨° nel passato, nel presente e nell¡¯avvenire. Mi parleranno dentro tutti e tre gli Spiriti. Non mi scorder¨° delle loro lezioni.”
Charles Dickens, Cantico di Natale
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L.D. Blooms
“Era scappata in camera dopo aver immaginato di uccidere tutte le renne di Babbo Natale in almeno quindici modi diversi e di sciogliere Frosty the Snowman con un asciugacapelli sotto gli occhi scandalizzati della cittadinanza, dopo tre ore ¡ª TRE ORE!- di Carol natalizi in radio e dal vivo. S¨¬, perch¨¦ gli altri ospiti non avevano potuto fare a meno di improvvisare una specie di karaoke a tema, fanatici in preda allo Spirito Natalizio. Dio.”
L.D. Blooms, Ricatto di Natale

L.D. Blooms
“Non erano solo gli stupidi jingle che cominciavano a fare capolino come ciuffi di erbacce sparsi qua e l¨¤ in un prato, dentro i negozi, gli ascensori e le stazioni radio, anche se poteva gi¨¤ affermare con sicurezza che se mai avesse incontrato Michael Bubl¨¦ di persona per le strade di New York gli avrebbe fatto passare la voglia di camminare attraverso ogni dannata, stramaledettissima Winter Wonderland immaginabile a furia di ginocchiate alle palle.”
L.D. Blooms, Ricatto di Natale

Carragh Sheridan
“Stavano giocando con il fuoco. Si sarebbero scottati entrambi, ma lei sapeva che rischiava di avere la peggio.
Era troppo fragile, troppo insicura e troppo innamorata per non soffrire di un gioco stupido come quello che Ben stava facendo.
?Hai detto che non mi avresti nemmeno sfiorato? sussurr¨° sostenendo il suo sguardo e negli occhi chiari di lui lesse un abisso di desiderio e passione che la spaventarono.
Lui non distoglieva gli occhi da quelli di lei ma sorrise. Mosse la mano in modo che non scivol¨° fuori da quella di Sarah ma le loro dita si intrecciarono e fu lui a stringere.
?A meno che sia tu a chiedermelo? sussurr¨° poi.
?Non te lo sto chiedendo? disse Sarah con voce rotta.
Era confusa ed eccitata.
Non poteva negarlo a stessa, ma non intendeva mostrare il fianco a lui diventando facile preda.
?Non ancora? disse di nuovo lui con voce impercettibile e lo sguardo incupito dal desiderio represso.”
Carragh Sheridan, Baci e bugie sotto il vischio

Adele Ross
“Daniel Whitesmoke non protest¨°, si limit¨° a sospirare e a uscire di casa per dedicarsi a una delle cose che amava fare maggiormente, passeggiare.
Avrebbe percorso il viale alberato che costeggiava il fiume godendosi il freddo pungente di quel sabato mattina di fine novembre.
Sarebbe arrivato a Hammersmith Bridge, si sarebbe seduto su una panchina e avrebbe ammirato il panorama.
Il sabato mattina, in fondo, era fatto per quello.
Per rilassarsi, passeggiare e godersi il panorama spettacolare che si poteva vedere solamente da Hammersmith Bridge.
E, ovviamente, per prendere il t¨¨ in santa pace non dovendo subire il fastidioso rumore che giungeva dall¡¯appartamento accanto al suo.
Daniel Whitesmoke non amava solo passeggiare, amava anche altre cose, tra cui il silenzio e la riflessione.
Uno dei motivi per cui aveva scelto di vivere ad Angels Street nell¡¯Hammersmith era proprio il silenzio.
E il fatto che poteva vivere mantenendo la sua riservatezza.
Se il quartiere di Hammersmith poteva apparire un mondo fuori dal mondo, l¡¯appartamento di Daniel Whitesmoke poteva sembrare addirittura un altro mondo.
Come tutta la vita di Daniel Whitesmoke d¡¯altronde.
Una vita che a occhi distratti appariva decisamente ordinaria ma che aveva un qualcosa di talmente straordinario che al resto del mondo sarebbe stato precluso se non fosse stato lui stesso a decidere di mostrarlo.
Aveva capelli di un biondo talmente chiaro da apparire quasi bianchi, ribelli anche se lui si ostinava a tenerli tagliati corti.
Due occhi di un azzurro che forse in natura non esisteva nemmeno, mobili e sempre attenti.
Un carattere pacato e movenze morbide che trasmettevano un che di tranquillizzante.
Non scattava mai, non alzava mai la voce, non si agitava mai, non perdeva le staffe.
Non era privo di emozioni ma aveva imparato a gestirle.
Aveva una voce calda ma dolcissima ed era la cosa di lui che le persone notavano per prima.
Non era bello.
Ma non era nemmeno brutto.
Era ordinario, fuori moda e terribilmente buono.
Tanto mansueto da far pensare che la sua ira, qualora fosse mai stata scatenata sarebbe stata devastante.
Viveva a Londra da sempre.
E con da sempre si intende proprio da sempre.
O quasi.
Non stiamo parlando di molto tempo o dal momento della sua nascita che, apparentemente avrebbe potuto essere avvenuta una quarantina di anni prima, anche se non era cos¨¬.
Stiamo parlando di decenni, di secoli, di millenni.
Di sempre insomma.”
Adele Ross, L'Angelo della porta accanto

Elisa Fumis
“Una domenica di fine novembre nevic¨°. Osservai i fiocchi depositarsi sul manto mai sciolto, come se la natura volesse ricordarmi che la vita andava avanti senza aspettare nessuno.”
Elisa Fumis, La fabbrica dei cuori abbandonati

Amy Hempel
“Mi immaginavo noi due che cuocevamo le mele per Natale, quegli stupidi quadretti romantici alla Currier e Ives... pensavo per tutto il tempo: A volte quello che abbiamo passa per amore, quando invece avrei dovuto pensare: L'amore passa.”
Amy Hempel, Reasons to Live

Charles Dickens
“Aspetta un momento, oh, albero che stai scomparendo, perch¨¦ i rami pi¨´ bassi sono ancora scuri per me, per cui lasciami guardare ancora una volta! So che ci sono spazi vuoti tra i tuoi rami, sui quali gli occhi che ho amato hanno brillato e hanno sorriso; e da cui si sono accomiatati. Molto in alto, per¨°, vedo colui che parla della figlia morta, e del figlio della vedova; e della bont¨¤ di Dio!
Se il tempo dev' essere nascosto ai miei occhi, possa almeno io, ormai con la testa grigia, volgere ancora una volta verso quell'immagine il cuore di un fanciullo e la fiducia e la sicurezza di un bambino!”
Charles Dickens, Le ultime parole dell'anno vecchio

“Japanese people may find this surprising, but eel is a common ingredient in European cuisine.
Kurokiba's Eel Matelote from the Classic's Semifinal Round is one such European dish."
"Southern Italy in particular has a tradition of eating eel right around Natale, which is Christmas. It's often served during the feasts for La Vigilia on Christmas Eve night.
The eels are supposed to symbolize devils, and eating them is thought to be a charm warding off bad luck and evil spirits.”
Yuto Tsukuda, ʳꪤΥ½©`¥Þ 25 [Shokugeki no Souma 25]