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Paesaggio Quotes

Quotes tagged as "paesaggio" Showing 1-6 of 6
Walter Scott
“Il tetro e monotono rumoreggiare dei flutti che venivano incessantemente a scagliarsi contro la riva rocciosa al di sotto, era per l'orecchio ciò che il paesaggio era per l'occhio: un simbolo di invariabile e monotona malinconia, non esente da un certo orrore.”
Walter Scott

Gianni Celati
“Camminando la linea d'orizzonte ti dice sempre che tu sei disperso in un punto qualsiasi sulla linea della terra, come le cose che si vedono in distanza. Bisogna cercare un altro punto con cui fare asse, e immaginare che ci si arriverà una volta o l'altra. Bisogna sempre riuscire a immaginare quello che c'è là fuori, altrimenti non si potrebbe fare un solo passo.”
Gianni Celati, Verso la foce

“Se ne andarono che veniva notte. Sbucavano stelle da ogni parte: si posavano sui pini, sulle rocce, galleggiavano sul vuoto delle valli.”
Francesco Biamonti, Le parole la notte

Simonetta Agnello Hornby
“Al sorgere del sole le ombre umide della notte si ritiravano dal le falde deserte, lasciandovi pennellate azzurre; le messi ristorate frusciavano e gli uccelli vi svolazzavano in cerca di cibo. Il cielo acquisiva profondità e diventava blu intenso. Poi sbiancava, incandescente. Il sole a picco dominava e folgorava ogni cosa, inesorabile. Gli uccelli, stanchi e accecati dalla luce sfavillante, si rifugiavano dietro le pietre; erbe e piante ai bordi dei sentieri tratteneva no i profumi e abbassavano le foglie arse. Le ombre assetate della sera - lunghe, nette, rosse - risvegliavano insetti, uccelli e odori campestri. Il sole tramontava dietro le colline in una fantasmagorìa di rosso, giallo, amaranto, violetto. Poi la calma.”
Simonetta Agnello Hornby, La zia marchesa

Simonetta Agnello Hornby
“Costanza non capiva sino in fondo, ma non poneva domande, tanto le piacevano quelle passeggiate in carrozza, seduta orgogliosa accanto al fratello maggiore, su e giù per il lungomare. Da un lato c'erano i grandi palazzi nobiliari con le loro terrazze lussureggianti. Sul marciapiede gremito di gente benvestita per la passeggiata si aprivano i caffè della Marina, davanti ai quali si fermavano le carrozze per il gelato. La strada costeggiava il mare limpido, tranquillo, su cui si rifletteva a occidente, magnifico, il lare protettore: Monte Pellegrino. I camerieri li servivano in carrozza. Si facevano strada in mezzo ai clienti seduti ai tavolini e alla gente che passeggiava davanti a loro tenendo in bilico sul braccio teso in alto, sulle teste dei passanti, grandi vassoi rotondi con sopra bicchieri d'acqua e coppette di metallo argentato piene di gelato rasato al bordo. Su ognuna era infilzato un biscotto tubolare, croccante. Costanza era golosa: assaporava con voluttà persino l'acqua dolce e rinfrescante, che sorbiva a piccoli sorsi dopo il gelato.”
Simonetta Agnello Hornby, La zia marchesa

Simonetta Agnello Hornby
“Il tempo stava cambiando. Nuvoloni grigi spuntavano minacciosi dietro la cerchia dei monti alle spalle della città; lì il cielo era livido. Una grossa nuvola coprì il sole e la terrazza si oscurò all'improvviso. Il barone sollevò gli occhi malati e li puntò su Monte Pellegrino. Lo vedeva sfocato in lontananza, stagliato contro il cielo: ma il monte aveva già cambiato colore. Nuove sfumature - blu, viola - lo rendevano austero e minaccioso. Quella montagna dalle proporzioni perfette e dalla solida bellezza era il guardiano del golfo: una mitica fiera accovacciata e immersa a metà nel mare - groppa e gambe emergevano nelle loro forme angolose -, ma pronta a trarsi dal sonno e a drizzarsi contro chi osasse avvicinarsi alla città. Domenico Safamita amava Palermo d'una passione quasi fisica. "Si distruggono monasteri, palazzi, si sventrano quartieri. Non importa che manchi l'acqua, che le fognature siano rudimentali o inesistenti, che il popolino viva in tuguri e muoia di fame e malattie: i palermitani vogliono un nuovo grandioso teatro lirico. Sempre più bella e più abietta, mai come ora Palermo si rivela magnifica e compiaciuta di aver mantenuto la sua identità di città superlativamente cortigiana. A Palermo anche le pietre sudano sensualità." Sulla sinistra la nuova strada, larghissima, finiva a mare.
Lì sembrava essere calata la notte e l'acqua era cosparsa di puntini luccicanti: le prime lampare dei pescatori. La nuvola scivolò dal sole e tutto ritornò come prima: il mare era una macchia scura senza bagliori, Monte Pellegrino, appena rosato, si stagliava netto e benigno.”
Simonetta Agnello Hornby, La zia marchesa