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“L'opera primaria di leader, di apripista e di creatrici principali non sempre porta a risultati positivi; è importante evitare una visione ingenua per cui tutto ciò che proviene dalle donne va bene. L'opera svolta dalle donne è fondamentale - e qui si esprime già un giudizio di valore - perché riguarda la vita, non è una primarietà "tecnica". Se il parametro di giudizio è lo schieramento etico per la à contro l'ܳ徱à, allora questa primarietà risulta decisiva per l'affermazione della vita, tanto più oggi in un mondo in cui i messaggi di morte sono preminenti mentre quelli legati alla vita stentano, faticano ad affermarsi organicamente, anche se nell'esistenza prevalgono, altrimenti la nostra specie starebbe per estinguersi. Le donne sono state protagoniste anche di creazioni negative, come l'inizio di autoalienazione - comunque imparagonabile all'autoalienazione delle religioni monoteiste -, legata all'invenzione di una figura femminile al di sopra dell'umano, sacra, che regola sia il mondo naturale sia la comunità. Le donne come genere nella loro opera costante in favore della vita hanno agito anche con grandi difetti di coscienza, con una capacità universalizzante insufficiente, ad esempio concependo ed interpretando la forte tensione all'accudimento in chiave privatista, egoista, addirittura competitiva con altri gruppi umani. Possedere speciali facoltà creative non basta, queste vanno costantemente interpretate: il compiacere per esempio può essere inteso sia come "provare piacere con" sia, in senso negativo, fare qualcosa per far piacere ad altri, ai maschi in particolare, per ottenerne dei vantaggi.
Per questo parliamo di ڲٳٳܲà e di dzٱԳà di una superiorità che per essere tale va scelta, non ha uno svolgimento predeterminato. Essa radica in una primarietà, in una ì ricca e incompiuta ma anche largamente impedita, laddove l'incompiutezza è precedente all'instaurazione del patriarcato e con tutta probabilità è ciò che ha favorito la sua affermazione, e l'impedimento, questo sì, deriva dall'opera funesta del patriarcato che ha ostacolato il riconoscimento e lo svolgimento della ì. Non è stato un impedimento assoluto, ci sono state tante eccezioni, per ora ne conosciamo soltanto una parte; nella storia del patriarcato ci sono state continue infrazioni da parte di donne che, in un modo o nell'altro, si sono sottratte, hanno scelto di essere differenti, spesso isolate, talvolta creando dei gruppi.
Se l'essere prime da parte delle donne, se la ì in tutte le sfere dell'esistenza fosse stata avversata e negata dai maschi fin dall'inizio la specie umana non si sarebbe affermata. È possibile rintracciare nel passato un riconoscimento elementare, intuitivo, ma determinante di questo prius e della sua Բٳܰà (in questo caso il concetto di Բٳܰà va inteso distinto da quello di natura umana). Con tutta probabilità le primitive e i primitivi ragionavano della natura e dell'ܳԾà come di un unicum, delle donne e degli uomini come facenti parte della natura prima, non pienamente consapevoli della propria stessa emersione. Questo riconoscimento era intuitivo ma molto forte, tant'è vero che tutte le sacralizzazioni e poi le religioni sono nate al femminile e che anche le principali figure, i più importanti simboli e suggestioni delle religioni patriarcali sono femminili o sono reinterpretazioni di simboli legati alla figura femminile.”
― L'origine femminile dell'Umanità. Dialoghi, lezioni, articoli
Per questo parliamo di ڲٳٳܲà e di dzٱԳà di una superiorità che per essere tale va scelta, non ha uno svolgimento predeterminato. Essa radica in una primarietà, in una ì ricca e incompiuta ma anche largamente impedita, laddove l'incompiutezza è precedente all'instaurazione del patriarcato e con tutta probabilità è ciò che ha favorito la sua affermazione, e l'impedimento, questo sì, deriva dall'opera funesta del patriarcato che ha ostacolato il riconoscimento e lo svolgimento della ì. Non è stato un impedimento assoluto, ci sono state tante eccezioni, per ora ne conosciamo soltanto una parte; nella storia del patriarcato ci sono state continue infrazioni da parte di donne che, in un modo o nell'altro, si sono sottratte, hanno scelto di essere differenti, spesso isolate, talvolta creando dei gruppi.
Se l'essere prime da parte delle donne, se la ì in tutte le sfere dell'esistenza fosse stata avversata e negata dai maschi fin dall'inizio la specie umana non si sarebbe affermata. È possibile rintracciare nel passato un riconoscimento elementare, intuitivo, ma determinante di questo prius e della sua Բٳܰà (in questo caso il concetto di Բٳܰà va inteso distinto da quello di natura umana). Con tutta probabilità le primitive e i primitivi ragionavano della natura e dell'ܳԾà come di un unicum, delle donne e degli uomini come facenti parte della natura prima, non pienamente consapevoli della propria stessa emersione. Questo riconoscimento era intuitivo ma molto forte, tant'è vero che tutte le sacralizzazioni e poi le religioni sono nate al femminile e che anche le principali figure, i più importanti simboli e suggestioni delle religioni patriarcali sono femminili o sono reinterpretazioni di simboli legati alla figura femminile.”
― L'origine femminile dell'Umanità. Dialoghi, lezioni, articoli
“Per quanto riguarda l’attualità e il futuro: non si tratta di mutuare il modo di vivere e di pensare delle primitive e dei primitivi, tornando indietro a prima del patriarcato, ma di teorizzare e progettare l’essere migliori e vivere meglio anche capendo che l’intuizione elementare del prius femminile è stato parte dell’affermazione e dell’emersione della specie umana. Lo sfalso non spiega tutto. L’ܳԾ� ha tutt’altro che risolto il problema dell’oppressione patriarcale e affrontarlo è complicato. I maschi non devono far finta di non far parte del loro genere, devono provare a schierarsi attivamente contro le caratteristiche peggiori e poter riconoscere quelle più positive. Non è possibile omettere il passaggio di riconoscimento di appartenenza al genere maschile, e uso il termine appartenenza perché solitamente è proprio un’appartenenza di clan, di banda, dalla quale non ci si può dissociare passivamente. Lo si può fare solo in modo attivo, a partire dagli ambiti che si frequentano. Lo sfalso perenne può essere interpretato e immaginato dalle donne positivamente per il futuro, non come una dannazione al multi-tasking ma come dzٱԳà a vantaggio di una specie che è unitaria, che condivide una contemporaneità rispetto all’essere, rappresentare e agire. Una riflessione da impostare che qui accenno come tema da esplorare riguarda gli aspetti morali sottesi a questo sfalso, perché la preminenza nel genere femminile della preoccupazione per la à e per il bene, anche se intesa in maniera riduttiva o talvolta in maniera sbagliata, ritengo inerisca la morale, oltre che la capacità di percezione, di attenzione, di sguardo d’assieme.”
― L'origine femminile dell'Umanità. Dialoghi, lezioni, articoli
― L'origine femminile dell'Umanità. Dialoghi, lezioni, articoli
“I simbolismi contano perché permettono identificazioni. Non rendono immediatamente più facile la tua vita - per quello occorrono politiche adeguate - però consentono di nutrire la speranza che farcela è possibile.”
― I doveri della libertà
― I doveri della libertà

“Glagoljičko pismo započinje simbolom: „Az�.
„Az� je znak kojim se označuje slovo „A�, broj jedan i prvo lice jednine � „ja�.
„Az� je simbol, broj, slovo, ali i pitanje: Tko sam ja?
„Az� je početak ambicioznog pisma koje zahtijeva ne samo pisa¬nje nego i propitivanje. Vječno, uporno i tvrdoglavo, uvijek jed¬nako snažno.”
― AZ
„Az� je znak kojim se označuje slovo „A�, broj jedan i prvo lice jednine � „ja�.
„Az� je simbol, broj, slovo, ali i pitanje: Tko sam ja?
„Az� je početak ambicioznog pisma koje zahtijeva ne samo pisa¬nje nego i propitivanje. Vječno, uporno i tvrdoglavo, uvijek jed¬nako snažno.”
― AZ

“„Az� odgovara broju jedan. Jedan izražava apsolutno Biće iz kojega proizlaze sva bića. „Az� je A, A je jedinstvo. Sinteza riječi i brojeva... Križnog je oblika kao i čovjek koji se izražavanjem uzdiže do vječnosti.1”
― AZ
― AZ

“Krvna veza dana mi je od Njega, Početka i Svršetka, Prvog i Posljednjeg, Alfe i Omege...
Ja, kršćanin, vjerujem u Boga.”
― AZ
Ja, kršćanin, vjerujem u Boga.”
― AZ

“Je li bilo mudro zapisati neizrecivo? Za Lava je mudrost bila jednaka hrabrosti ludila. A ludilo... ludilo je opsjednutost idejom... Ideja je strast, a strast potvrda života...”
― AZ
― AZ

“Konstantin će im govoriti o svijetu uređenom brojkom četi¬ri. Govorit će im o Adamu, prvome sinu svojega roda i njegovu imenu sastavljenom od četiri slova u kojima se čitaju svi putovi ovoga svijeta � Anatolé (istok), Dýsis (zapad), Árktos (sjever) i Mesembriá (jug).”
― AZ
― AZ

“Kao i svi zaljubljeni, gutala je moje riječi kako bi ih mogla prilagoditi svojoj viziji... Zaljubljenost je također svojevrsna tvrdoglavost.”
― AZ
― AZ

“Sve je u pokretu. Ništa ne nastaje i ništa ne nestaje. Oblik smo prethodnog i korijen budućeg. Konstantin je mijena. I sâm sam takav. I ja sam mijena.”
― AZ
― AZ

“Uvjeravala me da je ljepota dojam i da će dojam koji ostavljam ovisiti o mojem uživljavanju u sugovornika. Ne prepoznam li njegov karakter i tankoćutnost, pogriješit ću u dojmu... Shvatila sam, trebam se pri¬lagođavati i tako ostati svojom.”
― AZ
― AZ

“Upozorila me neka ne zaboravim da nisam lijepa, i neka se uvijek, kada ne znam što bih, upitam tko sam.”
― AZ
― AZ

“Bog sve vidi i sve zna, i djecu je učinio po nama, onakvima kakva nam je bila i ljubav...
Djeca su nam snažna, strastvena i nerazumna.”
― AZ
Djeca su nam snažna, strastvena i nerazumna.”
― AZ

“Melankolija... Skloni su joj ljudi sraslih obrva. Protiv melankolije i danas nosim opal, krizolit, safir, granat, hijacint i lapis lazuli. Jedem orahe, koralje smrvljene u prah i korijen trave od žuči.”
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“Nacrtao si mi svoja glagoljska slova, svoju igru križa, kruga, trokuta i kvadrata � svoju viziju cjelovitosti Univerzuma i pojavnosti svijeta. Križ je spasenje i Isus. Krug je Sunce, ono nas grije, ono je kao Bog koji daje život. Trokut sjedinjuje nebo, zemlju i čovjeka. Trokut je i Sveto Trojstvo. Kvadrat je Zemlja. U kvadratu su upisana četiri dijela Časoslova, četiri godišnja doba i četiri elementa � voda, vatra, zrak i zemlja.”
― AZ
― AZ

“Kroz slova i desetice izražene s četiri četvorke, dodirnula sam te u duhu. Desetice su moja mjera. Nešto tvoje, a samo moje.”
― AZ
― AZ

“Ako je suncu zadaća da izađe, moja je zadaća pronijeti glagoljicu i osloboditi njezina slova. Život je put, put je misija, misija je život. Ako sam i letio posvuda poput sokola, od istoka do zapada i od sjevera do juga, među Kazare, Saracene, moravske Slavene i Hrvate, ne znači da sam bio besciljan. Slijedio sam put, pronašao sam svetoga Klementa, glagoljicu, ali i samoga sebe. Nisam napisao svoju knjigu, a ipak, uspio sam u svojem naumu. Liturgiju sam preveo na slavenske jezike, glagoljicom sam širio Kristovu Riječ.”
― AZ
― AZ

“Ne pišem svoju biografiju. Nije važan nitko od nas pojedinačno... Važno je tijesto u koje smo umiješani, svatko sa svojim zrnom i izborom.”
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“Klementa je oduzeo vodi, a Carigradu pravo posjedovanja njegovih relikvija. Umjesto u Carigrad, Klementove ostatke Konstantin je, preko Soluna, Moravske i Hrvatske, prenio u Rim.”
― AZ
― AZ

“Odbačen i izopćen, imao sam slobodu, ali se nisam više imao čemu otimati. Pognuo sam glavu kao što je priginju oni koji su s puno gađenja probavili iluzije”
― AZ
― AZ

“Divlje životinje, to smo, Ivane. Vjeruješ u čovjeka i njegove zakone, a zakona ne bi moralo biti da nismo divlje životinje. Pogledaj mojega mačka, ne napada te iako si oskvrnuo njegov teritorij. Mi ljudi, mi smo divlji. Bijesni smo i obijesni... I u bijesna psa vidi se samo � kratak život.”
― AZ
― AZ

“Jao vama, knjigočitači, jer uzeste ključeve znanja, a sami ne ulazite i zabranjujete onima koji bi unišli.”
― AZ
― AZ

“Gebalim je semitska riječ džebel, gebel koja i u arapskom i u hebrejskom jeziku označuje goru. Po povjesničaru dr. L. Glessingeru, riječ gebalim, geba ili gebim ima isto značenje kao i riječ hora, hara u starom iransko–zendskom jeziku. U židovskom i arapskom gebal, gebalim znače branitelj, prijatelj isto što i hara ili hora od koje riječi dolazi hrvatsko ime. Ovako ime za Hrvate spominje se u Iz 10,29; Iz 10,31; Ez 27,9; Ps 83,8.”
― AZ
― AZ

“Goru � Gebalim ili gebim, svakodnevo je gledao pred sobom... Do Velebita je mislio, Gebalim bi morao biti čovjek vezan uz planinu. Na Velebitu je doznao, Hrvati su riječ gebim izmijenili u dvije riječi � hara i hora. Osim gore, Gebalim je za njih značio prijatelja, ali i vladara svim Hrvatima. Vjerovali su da baš od gore potječe ime Hrvat... Nadmetali su se u čitanju Biblije i poglavlja u kojima im se ime spominjalo: Iz 10, 29; Iz 10, 31; Ez 27, 9; Ps 83, 8. Konstantin je prihvatio: Gebalim su oni � narod gore, Gebalim im je i vladar. Pismo je namirisalo njega, Gebalima vladara.”
― AZ
― AZ
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