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Storia D Italia Quotes

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Francesco Filippi
“Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte, e diventerà una verità», pare dicesse il ministro della propaganda Joseph Goebbels quando illustrava, come uno chef orgoglioso della propria ricetta, la lista degli ingredienti per una efficace informazione totalitaria. Ricetta applicabile anche oggi, tanto più che i supporti su cui può correre una notizia, vera o falsa che sia, sono infinitamente più veloci di quelli dei tempi del ministro della propaganda del Reich. Così veloci che l’eventuale lavoro di ricerca e smentita risulta inutile, superato dalla velocità di immissione di sempre nuove bugie nel sistema. Smontare una bufala quando la gente già parla d’altro è inutile: una battaglia persa, o comunque a perdere.”
Francesco Filippi, Mussolini ha fatto anche cose buone. Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo

Francesco Filippi
“Se si guardano le informazioni sui reati, bisogna ammettere che durante il regime fascista, tra il 1924 e il 1943, le statistiche ufficiali riportano un crollo dei reati mafiosi in Sicilia, che addirittura a partire dal 1929 praticamente scomparvero. Come fece il regime a ottenere questo straordinario risultato statistico? Semplice, in una dittatura: impedendo che si desse notizia pubblica dei reati di mafia: i giornali non ne parlarono più e l’opinione pubblica non venne più informata degli episodi di violenza. Al contempo aumentarono i reati violenti comuni: omicidi che venivano derubricati come delitti d’onore, furti che non erano più estorsioni mafiose, ma semplici rapine. Sotto il fascismo la mafia, più che debellata, fu “silenziataâ€�. Non solo nel senso che le venne impedito di commettere azioni plateali, ma anche che il suo agire non fu identificato, ma anzi taciuto.”
Francesco Filippi, Mussolini ha fatto anche cose buone. Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo

“C'è una foto che li ritrae seduti uno accanto all'altro alla prima di Mamma Roma. Pier Paolo Pasolini in smoking, Aldo Moro in doppio petto. Le mani giunte, tutti e due timidissimi. Pasolini incuriosito, Moro schivo ma a suo agio accanto al regista comunista e omosessuale. Sono due uomini giovani, in apparenza fragili, in realtà inflessibili. La foto è del 1962 [...]. Il poeta e il politico imprevedibilmente uniti da un tragico destino. Da "qualcosa di scritto": gli articoli corsari e le lettere dal covo. Dai corpi seviziati e svenduti a colori sui rotocalchi, calpestati in oscene autopsie pubbliche. Un doppio parricidio.”
Marco Damilano, Un atomo di verità: Aldo Moro e la fine della politica in Italia