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Limonov
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Ho visto un re... Ah, beh; sì, beh
Ore di lettura, almeno quindici, ascoltando l’equilibrata voce di Elio de Capitani, voce mai eccessiva nella declinazione dei toni, comunque calda e piacevole, esperta e consapevole, che mai vuole prevaricare sui contenuti, ma li esalta, che rispetta le pause e i significati, che accarezza quelle parole così ben fluidamente scelte da Francesco Bergamasco, traduttore del francese di Emmanuel Carrère impegnato a riportare - concedendosi grandi licenze e intrusioni d’artista - la tumultuosa vita del russo guerrigliero esaltato, habituè delle cronache mondane, scrittore affermato Eduard Limonov, raccontatagli da Limonov stesso, e quindi da quest'ultimo filtrata e ricreata e selezionata e consegnata ad un altro scrittore.
In questi passaggi non importa verificare la coincidenza tra fatti e avvenimenti effettivi della vita di Limonov e quelli raccontati da Carrrère, e non importa neppure giudicare le azioni a volte dubbie, molto dubbie - quando non addirittura criminali - dell’uomo Limonov, non importa perché il personaggio Limonov, il Limonov dell’opera, è un personaggio riuscitissimo, potente, così come è.
Uomo assetato di libertà , che mal tollera la realtà civile perché reprime gli stimoli individuali, che si schiera sempre dalla parte dei meno forti, così, per partito preso, non necessariamente i giusti, di quelli in posizione di inferiorità , uomo che ama gli eccessi e le esagerazioni, violento, che supera i limiti in modo plateale e arrogante per dimostrare a se stesso di essere libero, che ama con passione, smanioso di piacere, di sedurre, di essere accettato, apprezzato, acclamato ma che in fondo vorrebbe essere amato, ma amato da tutti, da una donna, da un gruppo di seguaci, dagli iscritti ad un partito da lui fondato, dai collaboratori di un giornale da lui voluto, dal mondo intero. Vuole essere un re. E lo sarà , ma solo di se stesso, - che comunque è già gran cosa - riconoscendo che quella vita trascorsa a inseguire qualcosa, quella vita considerata dagli altri una vita avventurosa e sfrenata, non è stata altro che una “vita di merda�. Non è mai riuscito ad essere all’altezza dei vari Levitin che gli si sono presentati sul cammino, quegli uomini sempre fortunati, che riescono a raggiungere posizioni migliori anche se valgono meno, che senza lottare e senza forse neppure desiderarlo ottengono i risultati a cui lui aspira. L’unica sensazione di pace l’ha sperimentata quando ha distolto l’attenzione dagli altri, quando ha smesso di voler dimostrare qualcosa, quando si è accontentato di se stesso.
Degna di nota anche la presenza così evidente di Carrère stesso, che non ho trovato stonata, ritengo anzi che sia quasi riuscito a risultare un personaggio della narrazione, descrivendosi e circostanziandosi molto bene in occasione dei propri incontri con Limonov.
E poi l’Unione Sovietica, e poi la Russia, e l’Europa e gli Stati Uniti, è stato come guardare una mappa del pensiero, degli usi, costumi, mode, musica, sesso, libri e gusti di più di cinquant’anni di storia. E tutto orbitante intorno ad un fulcro, la vita di Limonov/Carrère.
Ore di lettura, almeno quindici, ascoltando l’equilibrata voce di Elio de Capitani, voce mai eccessiva nella declinazione dei toni, comunque calda e piacevole, esperta e consapevole, che mai vuole prevaricare sui contenuti, ma li esalta, che rispetta le pause e i significati, che accarezza quelle parole così ben fluidamente scelte da Francesco Bergamasco, traduttore del francese di Emmanuel Carrère impegnato a riportare - concedendosi grandi licenze e intrusioni d’artista - la tumultuosa vita del russo guerrigliero esaltato, habituè delle cronache mondane, scrittore affermato Eduard Limonov, raccontatagli da Limonov stesso, e quindi da quest'ultimo filtrata e ricreata e selezionata e consegnata ad un altro scrittore.
In questi passaggi non importa verificare la coincidenza tra fatti e avvenimenti effettivi della vita di Limonov e quelli raccontati da Carrrère, e non importa neppure giudicare le azioni a volte dubbie, molto dubbie - quando non addirittura criminali - dell’uomo Limonov, non importa perché il personaggio Limonov, il Limonov dell’opera, è un personaggio riuscitissimo, potente, così come è.
Uomo assetato di libertà , che mal tollera la realtà civile perché reprime gli stimoli individuali, che si schiera sempre dalla parte dei meno forti, così, per partito preso, non necessariamente i giusti, di quelli in posizione di inferiorità , uomo che ama gli eccessi e le esagerazioni, violento, che supera i limiti in modo plateale e arrogante per dimostrare a se stesso di essere libero, che ama con passione, smanioso di piacere, di sedurre, di essere accettato, apprezzato, acclamato ma che in fondo vorrebbe essere amato, ma amato da tutti, da una donna, da un gruppo di seguaci, dagli iscritti ad un partito da lui fondato, dai collaboratori di un giornale da lui voluto, dal mondo intero. Vuole essere un re. E lo sarà , ma solo di se stesso, - che comunque è già gran cosa - riconoscendo che quella vita trascorsa a inseguire qualcosa, quella vita considerata dagli altri una vita avventurosa e sfrenata, non è stata altro che una “vita di merda�. Non è mai riuscito ad essere all’altezza dei vari Levitin che gli si sono presentati sul cammino, quegli uomini sempre fortunati, che riescono a raggiungere posizioni migliori anche se valgono meno, che senza lottare e senza forse neppure desiderarlo ottengono i risultati a cui lui aspira. L’unica sensazione di pace l’ha sperimentata quando ha distolto l’attenzione dagli altri, quando ha smesso di voler dimostrare qualcosa, quando si è accontentato di se stesso.
Degna di nota anche la presenza così evidente di Carrère stesso, che non ho trovato stonata, ritengo anzi che sia quasi riuscito a risultare un personaggio della narrazione, descrivendosi e circostanziandosi molto bene in occasione dei propri incontri con Limonov.
E poi l’Unione Sovietica, e poi la Russia, e l’Europa e gli Stati Uniti, è stato come guardare una mappa del pensiero, degli usi, costumi, mode, musica, sesso, libri e gusti di più di cinquant’anni di storia. E tutto orbitante intorno ad un fulcro, la vita di Limonov/Carrère.
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January 25, 2018
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February 2, 2018
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February 4, 2018
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February 7, 2018
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message 1:
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Paolo
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rated it 4 stars
Feb 02, 2018 04:37AM

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Già l’inizio del commento è interessante. Ricordo che tu già da tempo sfrutti questa risorsa, di recente ho fatto un tentativo anch’io, credo che gli audiolibri abbiano un futuro prospero di fronte a loro.
Carrere l’ho letto in un paio di romanzi, questo avevo la tendenza a scartarlo, il tuo commento e le stelle attribuite potrebbero farmi cambiare idea

Già l’inizio del commento è interessante. Ricordo che tu già da tempo sfrutti questa risorsa, di recente ho fatto un tentativo anch..."
"Ascoltare" un libro, soprattutto se impegnativo, richiede concentrazione e nell'intanto non si possono fare altre cose (tipo stirare, far di conto, preparare da mangiare, aggiornare l'agenda...:)) ma secondo me aiuta a sviluppare altre aree del cervello e la capacità di attenzione

si, senz'altro la sapienza di De Capitani ha contribuito a far conferire la quinta stella


capisco ;)
l'ho ascoltato 'tutto d'un fiato', mi ha quasi anestetizzata, ho sentito sulla pelle ciò che voleva dire e per questo gli ho dato cinque stelle

si, L'avversario mi attira. Mi han parlato bene anche di Vite che non sono la mia


è un buon sistema, io un po' leggo libri su carta, un po' in e-book (soprattutto di notte) e un po' ascolto



ricordo da Anobii che ascoltavi anche tu :)
Brunetta wrote: "Anche io l’ho ascoltato, un po� a pezzi per la verità , e l’ho trovato ben letto, oltre che ben scritto."
parecchi brani ho dovuto ascoltarli e poi riascoltarli, per la veritÃ
Paolo wrote: "Minori le aspettative maggiore il piacere. Quando l'ho letto non sapevo neanche chi fosse Carrere, per non dire Limonov."
ma tu l'hai letto anni fa, io ora e ne sapevo poco, soprattutto di Limonov


penso potrà essere interessante discuterne perché è un libro che può suscitare emozioni opposte


L'avversario è più inquietante.

Pensa che oggi ho letto gli estratti degli e-book La settimana bianca, Vite che non sono la mia e L’avversario ma non so per quale decidermi (anzi no, per il momento non mi interessa La settimana bianca)


lorinbocol wrote: "ho scelto ±ô’a±¹±¹±ð°ù²õ²¹°ù¾±´Ç su consiglio. vediamo come quell’inquietudine si attaglia alle atmosfere scandinave."
comunque da un primo approccio con l'autore vedo che vi sono spesso tematiche e idee narrative comuni che corrono tra i suoi scritti


sono andata a cercare "l'episodio", l'avevo in parte dimenticato, veramente pesante e disturbante


infatti la sua compagna l'ha lasciato in seguito a questo ;)))



si, penso anch'io :)

prendo nota del consiglio. ho appena acquistato L'avversario, se sarò soddisfatta proseguirò con Vite che non sono la mia

@rk: pensavo di iniziare a raccogliere le tue uscite. poi le alleghiamo al solito corso in comodi fascicoli mensili.
