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Adulti Quotes

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Alessandro Barbaglia
“Avevamo quarantadue anni quando rapimmo la luna.
Ed era notte, certo, perch茅 son bravi tutti a rapire la luna di giorno quando dorme o 猫 distratta; o quando 猫 mattina. Guardi il cielo, non la vedi, e puoi raccontare a chiunque la bugia di essertela messa in tasca.
No, non 猫 cos矛 che si rapisce la luna. Si fa di notte, si fa al buio, si fa per un motivo.
E poi si fa davvero. Altrimenti non funziona.
Avevamo quarantadue anni quando rapimmo la luna, ma a essere precisi, quarantadue anni, li avevamo in tre: quattordici io, quattordici Ismaele e quattordici Sofia.
Eravamo adulti un terzo a testa: ecco perch茅 ci siamo riusciti, perch茅 non era ancora troppo tardi.”
Alessandro Barbaglia, L'atlante dell'invisibile

“Di solito le decisioni radicali si prendono per s茅, non per due.
Vorrei che qualcuno mi consigliasse, che mi dicesse: tra dieci anni, tuo figlio sar脿 felice di possedere questo. Tra vent鈥檃nni, avrai bisogno di quello. Tra cinquanta, ti piacer脿 guardare quell鈥檕ggetto.
E invece devo farlo da solo. Per poi assumermi la responsabilit脿 delle mie scelte.
Fissare l鈥檃more di una vita intera nell鈥檌stante in cui si 猫 spezzato. Poi scomporlo in immagini e in istanti. Sistemarlo, classificarlo per farlo stare in tante scatoline, dove possa rivivere.
Fare posto a loro, a lei, immaginare lo spazio tutto intero, respirando l鈥檈sistente scomparso, il continente inghiottito.
Non sono attaccato alle cose, la propriet脿 mi lascia indifferente e trovo i beni ingombranti. Da sempre, non accumulo, non colleziono, non metto da parte patrimoni. Tento di scrivere una storia.”
Antoine Leiris, La Vie, apr猫s

Susana Fortes
“Parlare con lui m'infondeva una piacevole sensazione di familiarit脿, come accade con certi personaggi secondari della nostra infanzia: il gestore del negozio di fumetti, il venditore di caramelle... nonostante il tempo trascorso questi individui sono incapaci di considerarci come gli strani adulti che siamo diventati, e continuano invece a guardarci come i bambini che non abbiamo mai smesso di essere.”
Susana Fortes, Quattrocento