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Surreale Quotes

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Edward Carey
“«Ma come hai fatto capirlo, Clod?» si erano stupiti i miei parenti. «Come hai fatto a capire che la spilla da balia era lì?»
«L’ho sentita gridare,» avevo risposto.”
Edward Carey, Heap House

Edward Carey
“Per questo, nel giorno della maniglia perduta, indugiavo con la faccia accostata alla finestra rotta, fantasticando su tutta quella gente dall’altro lato dei cumuli, chiedendomi se sarei mai riuscito a spingermi fino alla città laggiù, Forlichingham, a Londra, immaginando che ci fosse qualcuno dietro tutta quella gente, qualcuno che potesse apprezzarmi.
«C’Ã� qualcuno,» sussurrai, «c’Ã� qualcuno lì? Chi sei? Come sei fatto?»”
Edward Carey, Heap House

Edward Carey
“Mi pantalonai.
Me li infilai, come se stessi amputandomi le gambe.
Adesso, mi dissi, per te tutto il mondo sarà in flanella grigia.
L’avevo indossata, ne avevo fatto un sacco per chiuderci dentro l’infanzia. Come mi sentivo? Superiore? Vecchio? Saggio? Più pesante? Più forte? Mi trovavo eretto e diretto e di bell’aspetto, lusingato e favorevolmente impressionato?
No, per niente.”
Edward Carey, Heap House

Edward Carey
“Mi sentivo perduta, abbandonata, cacciata, sputata via, sepolta, gettata in un'enorme fossa. Piccola. Piccolissima. Consapevole, lì nel buio freddo, della mia esiguità, dell'assoluta impossibilità di essere grande. Briciola. Scheggia. Cosa perduta. Piccola cosa perduta. Ecco come mi sentivo. Qualcosa del genere. Ma non era tutto. Non ancora. Perché lasciata lì, da sola nei cumuli, mi sentivo come se fossi morta, totalmente morta, defunta, spacciata, destinata a non essere ricordata mai da nessuno, mai nemmeno esistita, ignota a chiunque e per sempre. Ecco, così.”
Edward Carey, Heap House