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Letteratura Quotes

Quotes tagged as "letteratura" Showing 1-30 of 61
Franz Kafka
“Un libro dev'essere un'ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi.”
Franz Kafka

Pier Paolo Pasolini
“Siamo stanchi di diventare giovani seri,
o contenti per forza, o criminali, o nevrotici:
vogliamo ridere, essere innocenti, aspettare
qualcosa dalla vita, chiedere, ignorare.
Non vogliamo essere subito già così sicuri.
Non vogliamo essere subito già così senza sogni.”
Pier Paolo Pasolini, Lettere luterane: il progresso come falso progresso

Cesare Pavese
“La letteratura è una difesa contro le offese della vita.”
Cesare Pavese, Il mestiere di vivere: Diario 1935-1950

“[...] e coloro che sono innamorati hanno sempre piacere sia a parlare dell'oggetto amato, sia a disegnarlo, sia a comporre qualcosa: ricordandosene infatti con tutti questi mezzi, ritengono quasi di avvertire la presenza dell'amato. E questa è per tutti l'origine dell'amore, quando non solo si prova piacere nella presenza dell'amato, ma anche quando, ricordandosi di lui quando non c'è, si aggiunge il dolore per il fatto che sia assente.”
Aristotele, Retorica

D.H. Lawrence
“Non fidatevi mai dell'artista. Fidatevi del racconto.”
D.H. Lawrence, Studies in Classic American Literature

Raffaele La Capria
“Quella, la vedi quella? Viviamo in una città che ti ferisce a morte o t'addormenta, o tutt'e due le cose insieme. «Ma che c'entra quella?» Racconta, racconta di più, incita l'occhio...”
Raffaele La Capria, Ferito a morte

Mircea Cărtărescu
“Dopo avere letto decine di migliaia di libri, non è possibile non chiedersi: dov’Ã� stata la mia vita in tutto questo tempo? Hai inghiottito alla rinfusa le vite altrui, sempre con una dimensione in meno rispetto al mondo in cui esisti, per quanto stupefacenti tour de force artistici esse fossero. Hai visto i colori altrui e hai provato l’asprezza e il dolce e il possibile e lo spropositato di altre coscienze, che hanno eclissato e spinto nell’ombra le tue stesse sensazioni. E se fossi almeno penetrato nello spazio tattile di altri esseri come te, sei stato però in permanenza raggirato fra le dita della letteratura. Ti è stata sempre promessa, mediante mille voci, l’evasione, e invece ti è stato rubato anche quel briciolo di °ù±ð²¹±ô³Ùà che è in te. […] Molteplici mondi, mentre il tuo proprio mondo basterebbe a riempire miliardi di vite.”
Mircea Cărtărescu, Solenoid

Olof Lagercrantz
“Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. Quando la letteratura è al suo apice ci sembra che d'improvviso ricordiamo qualcosa d'importante che sapevamo ma abbiamo scordato.”
Olof Lagercrantz

Antonio Manzini
“«Senta, io capisco che per lei la notizia può essere sconvolgente, ma non deve preoccuparsi. Io e Sergej siamo due professionisti. Lui ha corretto le bozze di Tolstoj!».
«Le bozze di Tolstoj? Ma se è morto nel 1910! Cosa vi siete bevuti?».
«Adesso la Sigma ripubblica tutti i successi del grande scrittore russo».
«I successi?» disse sbalordito Giorgio. «E che è, una compilation?».
«Sì. Vojna i mir esce settimana prossima. Ma senza inizio in francese... senza Waterloo, più corto. Solo 300 pagine». Sergej sorrise contento e fiero.
«Vojna i mir... Guerra e pace?».
«Solo pace. Guerra la tagliamo tutta».”
Antonio Manzini, Sull'orlo del precipizio

Nina Berberova
“Nella vita di ognuno esistono momenti - quando la porta sbattuta all'improvviso e senza alcun visibile motivo di colpo si riapre, quando lo spioncino chiuso un attimo fa viene di nuovo aperto, quando un brusco <> che sembrava irrevocabile si muta in <> -, momenti in cui il mondo intorno a noi si trasfigura, e noi stessi ci riempiamo di speranza come di nuovo sangue. E' stata concessa una proroga a qualcosa di ineluttabile, definitivo; il verdetto del giudice, del dottore, del console, è stato riviato. Una voce ci avverte che non tutto è perduto. E con gambe tremanti e lacrime di gratitudine passiamo nel locale adiacente, dove ci pregano di <> prima di spedirci nel baratro.”
Nina Berberova, Il giunco mormorante

Jonathan Coe
“In quanto a lei, sapeva anche di leggere più di quanto fosse sano, di riporre troppe aspettative nella lettura, di avere una sorta di ossessione nevrotica per la letteratura e i suoi presunti benefici sul piano morale.”
Jonathan Coe, Middle England

Jeanette Winterson
“Mia madre non voleva che i libri cadessero nelle mie mani. Non aveva previsto che io potessi cadere nei libri, che mi infilassi dentro di loro per stare al sicuro.”
Jeanette Winterson, Why Be Happy When You Could Be Normal?

Paolo Cognetti
“Ma se una ³¦¾±±¹¾±±ô³Ùà crolla, è danaro contante che gli eredi trovano tra le rovine? O è una statua, una poesia, una commedia?
(T. Capote)”
Paolo Cognetti, New York stories

Jerome K. Jerome
“Par che a questo mondo la regola sia questa. Ogni persona ha ciò che non vuole, e ciò che vorrebbe l’hanno gli altri.”
Jerome K. Jerome, Tre uomini in barca

Ian McEwan
“Quando il connubio tra uomini, donne e macchine sarà completo, questo genere di letteratura diventerà obsoleto perché allora ci comprenderemo troppo bene. Abiteremo una comunità di intelligenze a cui avremo accesso immediato. La connessione avrà raggiunto livelli tali che i grumi isolati di soggettività si dissolveranno in un oceano di pensieri, di cui internet, per come la conosciamo, non è che la rudimentale anticipazione. Arrivando a poter dimorare nella mente gli uni degli altri, perderemo la capacità di mentire. I nostri racconti cesseranno di essere interminabili cronache di malintesi. La letteratura perderà la propria malsana fonte di nutrimento. E l'haiku, nella sua lapidaria, immobile e tersa percezione e celebrazione delle cose per quello che sono, rimarrà l'unica forma imprescindibile. Sono sicuro che faremo tesoro della letteratura del passato, per quanto possa inorridirci. Ci guarderemo indietro, meravigliandoci della bravura con cui individui di tempi remoti hanno saputo descrivere i loro difetti, di come hanno ideato geniali favole non senza speranza, a partire dai loro conflitti, dalle loro mostruose inadeguatezze e dalla reciproca incomprensione.”
Ian McEwan, Machines like Me

Alexandre Dumas
“Una delle più grandi disgrazie della verità, è di essere inverosimile. Per questo la si nasconde ai re con la lusinga, e ai lettori col romanzo, che non è, come alcuni credono, l'esagerazione del possibile, ma una pallida parodia della °ù±ð²¹±ô³Ùà.
Un giorno, quando saremo stanchi di fare i romanzieri, forse diventeremo storici, e racconteremo delle avventure autentiche e contemporanee così vere che nessuno vorrà crederci. Aspettando quel giorno, e poiché la nostra raccolta già così copiosa non può che accrescersi in futuro, sceglieremo, per quei lettori che vogliono solo cose vissute, una storia semplice dove non cambieremo che i nomi. Dopo la nostra morte, si troveranno fra le nostre carte i nome veri dei personaggi principali.”
Alexandre Dumas, Un'amazzone

Stendhal
“Provava un senso di orrore all'idea di dover mettere la sua amata solitudine e i suoi pensieri più intimi a disposizione di un giovanotto che, in qualità di marito, sarebbe stato autorizzato a sconvolgere tutta quella sua vita interiore. È vero, con la solitudine non aveva raggiunto la felicità, ma almeno era arrivata a evitare le sensazioni troppo dolorose.”
Stendhal, The Charter-House of Parma (La Chartreuse De Parme) In Two Volumes

Carlos Liscano
“Ma scrivere, pure se in democrazia, non è anch’esso un atto di resistenza? La letteratura stessa non dovrebbe essere sempre una forma di resistenza?”
Carlos Liscano, Lo scrittore e l'altro

Antonio Manzini
“Giorgio guardava i colleghi senza capire.
«Qui so� cazzi!» fece Dodo. «Non l’hai ancora capito, Giorgio?».
«±·´Ç...».
«Profilo basso e tieniti tutto dentro».
«Ma cosa...».
«La narrativa italiana non c’� più!» disse in un fiato Margherita.
«Come non c’� più?».
«No. Ora si chiama...» e Dodo aprì un dépliant, «comunicazione in lingua indigena».
«Non ho capito» disse Giorgio.
«La narrativa italiana ora si chiama comunicazione in lingua indigena».”
Antonio Manzini, Sull'orlo del precipizio

Julio Cortázar
“In generale, ricevetti critiche da sinistra e da destra: i miei lettori di destra (perché anche le persone di destra leggono) si offesero molto, perché lo scrittore che aveva sempre consegnato loro dei libri apolitici, questa volta aveva pubblicato un libro che non condividevano ideologicamente. D'altra parte, anche i miei compagni di sinistra si arrabbiarono, perché credevano che non fosse giusto scrivere un romanzo su cose così gravi come quelle che accadevano in quei frangenti (p. 83).”
Julio Cortázar, L'altro lato delle cose. Intervista.

Natalia Ginzburg
“S’era messo a leggere Dante. Aveva scoperto che era bellissimo. S’era messo anche a studiare il greco, e a leggere Erodoto, e Omero.
Invece non poteva soffrire Pascoli, né Carducci. Carducci poi lo mandava in bestia. � Era monarchico! � diceva. � Era prima repubblicano, e poi è diventato monarchico, perché s’� innamorato di quella scema della regina Margherita!
â€� E pensare che è dello stesso tempo di Baudelaire, dello stesso secolo! Leopardi, sí, era un grande poeta. I soli poeti moderni sono Leopardi e Baudelaire! È ridicolo che nelle scuole italiane si studi ancora Carducci!”
Natalia Ginzburg, Lessico famigliare

Leo Tolstoy
“Abbiamo sviluppato l'arte di conservarci assolutamente ignoranti apparendo saccenti.”
Leo Tolstoy, Avanzi popolo

Leo Tolstoy
“Scommetto la testa che non troverete uno studente di liceo classico che abbia letto per sé, per suo piacere, Senofonte o Cicerone, con cui l'hanno tormentato per otto anni.”
Leo Tolstoy, Avanzi popolo

Adam Thirlwell
“Come la vita, la letteratura è vissuta in avanti e compresa a ritroso.”
Adam Thirlwell

Raffaele La Capria
“Gargiulo, scarpe bianche, cravatta bianca, camicia bianca, e quella faccia di levantino sopra, nera come una cozza.
«Tu conosci l'inglese, non è vero? Bravo, bravo, allora è inutile che lo traduco: sometìng old e sometìng niu, un po' di vecchio e un poco di nuovo, eh, quelli non li fai fessi, 'ste cose le sanno. Le dosi a discrezione personale, e là ti voglio. Ma mai, ma-i, tutto nuovo. E invece guarda a Gargiulo come si è combinato stamattina. Non sa che l'eleganza è tutta questione di dosaggio, come in politica. E si vede che ci ha pensato, il poveretto. Oggi sono pochi quelli che sanno portare il frac senza fare la figura di camerieri. Eh, 'ste cose tuo padre le sa.»”
Raffaele La Capria, Ferito a morte

Carlo Sgorlon
“Pensò che forse non era possibile vivere senza tradire o deludere ogni momento qualcuno. Ogni giorno bisognava abbandonare qualcosa. Ogni momento la vita lo metteva nella necessità di scegliere tra strade diverse, e si sentiva in colpa in qualche modo verso tutto ciò che trascurava.”
Carlo Sgorlon, La carrozza di rame

Annie Ernaux
“Questa maniera di scrivere, che mi pare andare nella direzione della verità, mi aiuta a uscire dalla solitudine e dall'oscurità del ricordo individuale tramite la scoperta di un significato più generale. Ma sento che qualcosa in me oppone resistenza, vorrei conservare di mia madre delle immagini puramente affettive, il calore o le lacrime, senza dar loro un senso.”
Annie Ernaux, A Woman's Story

Ghennadi Guiducci
“L'INFANZIA È CAPIRE CHE È INDEFINITA, CHE SI MANIFESTA A SUO MODO E CHE È INAFFERRABILE NELLE INFINITE FORME CHE PUÃ’ ASSUMERE”
Ghennadi Guiducci, Divenire Figli: °ù±ð²¹±ô³Ùà e mito dei bambini senza famiglia nella letteratura dell'infanzia

“La foresta d'argento al di là delle prime quinte. I veli trasparenti. Se si vuole, l'opposto della stanza rossa. Nessuna camera è ancora stata predisposta per la scena. Capelli biondi fatti crescere per anni, al solo scopo di ammaliare. Donne d'oro, dalla pelle bianca sotto fari bianchi.
"Cielo, apri aria."
"Non è davvero interessante l'audio originale. È la ripetizione che dà voce al senso."
La notte le avrebbe baciate sulle sponde del mare di luna.
"La bellezza si fa da sé. Tutto il resto lo chiameremo critica."
E intanto giravano ancora i ventilatori. La ballerina non ballava, in attesa di un nuovo Io.
Le attrici ripetevano le stesse battute, coi capelli all'indietro. Se mancava loro il fiato, c'era comunque il vento.”
Giorgio Azzena, Cielo, apri aria

“Lampadine blu su alberi di rame nero, scolpiti spogli, come fossero fiori. Oltre le tende, ed il vetro della grande finestra, il porto illuminato. Il regista e la sua assistente siedono poggiati con la schiena su di un tronco freddo, al centro della stanza, immersi nella piccola foresta a cerchio. Le paillette del vestito lungo che il regista ancora indossa riflettono tanti piccoli bagliori blu elettrico, come congelate scintille sul suo corpo modellato da donna. Due calici di vino rosso poggiati per terra nel triangolo di spazio vuoto tra la coscia sinistra di lui e la coscia destra scoperta dell'assistente. Di sottofondo un leggero ronzio, simile a quello di un amplificatore. Le facce placide come nel sonno, se non per gli occhi di entrambi dondoli tra la porta d'ingresso ed i petali di luce sopra le loro teste. Sulla parete opposta alla finestra un letto matrimoniale con coperte a rombi bianco perla.
"È stata una bella giornata, come di primavera" dice a bassa voce il regista, con la voce resa grave dal vino.
"Qualcosa ti ha ispirato?"
"Le ombre, per adesso, sotto alla giostra."
"Qualcosa ti turba?"
Il regista non risponde, guarda il blu sulle sue ginocchia.
"Il trenino è stato fantastico. Ho riso molto, ma ho anche pianto."
"Tutti mi chiedono della stanza rossa.”
Giorgio Azzena, Cielo, apri aria

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