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Dubbio Quotes

Quotes tagged as "dubbio" Showing 1-7 of 7
“La condizione più straziante per l'animo umano non è il dolore; è il dubbio!”
Paul Mehis

Gianrico Carofiglio
“Mi avvio, come si dice, alla conclusione. Il nostro compito è trovare le soluzioni per i casi che di volta in volta ci si presentano. Ma bisogna essere consapevoli del fatto che la capacità di trovare le risposte e le soluzioni ai conflitti si basa sulla capacità di convivere con l’incertezza, con l’opacità del reale.
Il poeta inglese John Keats la chiamava «capacità negativa». Per lui era la dote fondamentale dell’uomo in grado di conseguire risultati autentici, di risolvere davvero i problemi. Keats chiamò «negativa» questa capacità per contrapporla all’atteggiamento di chi affronta i problemi alla ricerca
di soluzioni immediate, nel tentativo di piegare la realtà al proprio bisogno di certezze.
Cercare subito un’interpretazione univoca da cui far discendere una soluzione immediata e rassicurante è, nella maggior parte dei casi, un comportamento automatico e, in definitiva, un espediente per sottrarsi al dovere di pensare.
Al contrario, per Keats, accettando l’incertezza, l’errore, il dubbio è possibile osservare piú in profondità, cogliere le sfumature e i dettagli, porre nuove domande, anche paradossali e dunque allargare i confini della conoscenza e della consapevolezza.
Mio nonno era un professore di filosofia. Quando ero piccolo mi diceva spesso una frase (non so se fosse sua o si trattasse di una citazione, e non ho mai voluto controllare) che ho capito davvero solo quando lui non c’era piú da molto tempo. Suonava piú o meno cosí: in ogni attività, in ogni lavoro, è salutare di tanto in tanto mettere un punto interrogativo ad affermazioni che abbiamo sempre dato per scontate.”
Gianrico Carofiglio, La misura del tempo

Italo Svevo
“Chissà se l'amo? È un dubbio che m'accompagnò per tutta la vita e oggidì posso pensare che l'amore accompagnato da tanto dubbio sia il vero amore.”
Italo Svevo, La coscienza di Zeno / Senilità

Italo Svevo
“È una delle grandi difficoltà della vita d’indovinare ciò che una donna vuole. Ascoltarne le parole non serve, perché tutto un discorso può essere annullato da uno sguardo e neppure questo sa dirigerci quando ci si trova con lei, per suo volere, in una comoda buia stanzuccia.”
Italo Svevo, La coscienza di Zeno / Senilità

Herman Melville
“Non di rado accade che, quando un uomo si trova contrariato in modo inconsueto e violentemente assurdo, egli cominci a nutrir dubbi sulle sue più salde convinzioni. Egli comincia, per così dire, a dubitare vagamente che, per strana che la cosa possa sembrare, la ragione e la giustizia si trovino dall'altra parte.”
Herman Melville, Bartleby lo scrivano - Bartleby the scrivener
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Gianrico Carofiglio
“Non bisogna decidere in fretta: quando si prendono decisioni che coinvolgono interessi rilevanti, bisogna pensare lentamente. Bisogna verificare le informazioni; cioè non dare nulla per scontato.
Dare per scontate cose che non lo sono produce ragionamenti fallaci � cioè scorretti � per falsità delle premesse. Quando non si hanno gli strumenti sufficienti per valutare una specifica situazione bisogna consultare esperti disinteressati.
Bisogna osservare la situazione prendendo in esame i punti di vista di tutte le parti coinvolte. Se diamo ragione a qualcuno, a qualcun altro dovremo dare torto. Occorre dunque essere consapevoli del fatto che anche la migliore deliberazione verrà percepita in buona fede da qualcuno come ingiusta.
Bisogna considerare gli esiti possibili di una decisione soppesandone accuratamente i pro e i contro. Ciò vale soprattutto per le misure cautelari, che consistono sostanzialmente in un giudizio prognostico. L’articolo 274 lettera c del codice di rito attribuisce il potere di limitare la libertà personale sulla base di una prognosi, di un giudizio di tipo predittivo. Si arresta un indagato per gravi reati qualora si preveda che, se lasciato libero, commetterà ulteriori gravi reati. Inutile dire che si tratta di una norma necessaria, serve a evitare che soggetti pericolosi rimangano in libertà durante lo svolgimento del processo.
Ma in questo caso, come in altri, dobbiamo ricordarci che l’uomo è un animale non molto bravo a fare previsioni.
[...]
Ci sono situazioni in cui formulare delle previsioni è inevitabile. La consapevolezza di quale materiale scivoloso esse siano deve però indurci alla cautela (qualunque mestiere facciamo, perché in ogni mestiere prendiamo decisioni e scommettiamo, spesso inconsapevolmente, sul loro esito), per contrastare cosí il nemico numero uno delle buone deliberazioni: le fallacie, errori nella formulazione di un ragionamento che rendono le argomentazioni non valide o non corrette.
Spiegai che le fallacie impediscono a una discussione � sia pubblica sia privata � di progredire logicamente e che, di fatto, rendono inutili gli scambi di opinioni e invalide o scorrette le decisioni. Ne parlai piuttosto a lungo, e a un certo punto mi resi conto che dovevo stringere per mantenermi nei tempi.
[...]
In questa sede desidero prendere spunto dalla constatazione che spesso i nostri discorsi sono inficiati da errori procedurali del ragionamento sui fatti. Sono procedure scorrette in senso stretto quelle caratterizzate da violazioni delle norme sui termini, sulle decadenze, sulle motivazioni. Ma sono procedure scorrette (per violazione delle regole sui discorsi validi) anche quelle che portano ad argomentazioni fallaci, ne sia o meno consapevole l’autore.
La funzione dell’avvocato è garantire che nessuno venga condannato in base a procedure scorrette, e la sintesi di questa funzione è in ciò che potremmo definire «l’atto del domandare dubitando». Porre domande, agli altri ma soprattutto a sé stessi, dubitando delle verità e delle regole all’apparenza consolidate. In ogni ambito � regole e fatti � come un esercizio dei nostri muscoli intellettuali ed etici. Non dando nulla per scontato.
[...]
Non ho risposte univoche e diffido di chi sostiene di averne. Molte domande che si presentano a chi fa i nostri mestieri â€� avvocato, pubblico ministero, giudice â€� non hanno una risposta univoca.”
Gianrico Carofiglio, La misura del tempo

“Così egli si tormentava, assillandosi con tali domande e trovandovi perfino una specie di voluttà. Del resto, tutte quelle domande non erano nuove, improvvise, ma vecchie e dolenti. Già da un pezzo avevano cominciato a tormentarlo e a dilaniargli il cuore. Da moltissimo tempo era germinata in lui tutta la tristezza che sentiva adesso, era cresciuta accumulandosi, e negli ultimi tempi era maturata, concentrandosi e assumendo l'aspetto di un orrendo, crudele e fantastico problema, che torturava a fondo il suo cuore e il suo cervello ed esigeva una soluzione.
Adesso, poi, la lettera di sua madre lo aveva colpito come un fulmine. Era evidente che non era più possibile, ormai, torturarsi e soffrire passivamente, accontentandosi solo di riflettere sull'insolubilità dei problemi, ma occorreva assolutamente fare qualcosa, e subito, al più presto. Occorreva ad ogni costo decidersi a far qualcosa, oppure...
«Oppure, rinunciare addirittura alla vita!» esclamò ad un tratto al colmo dell'esaltazione. «Piegarsi docilmente alla sorte così com'è, una volta per tutte, soffocando ogni cosa dentro di sé, rinunciando ad ogni diritto ad agire, a vivere e ad amare!»
«Lo capite, lo capite, egregio signore, cosa significa quando non c'è più un posto dove andare?» gli tornò in mente a un tratto la domanda rivoltagli da Marmelàdov il giorno prima. «Già: perché ogni uomo deve pur avere un posto dove poter andare...»”
Fëdor Dostoevskij, Delitto e castigo