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Solitudine Quotes

Quotes tagged as "solitudine" Showing 31-60 of 77
Nadia Terranova
“Delle vite degli altri non so molto, ma se aprissi uno spiraglio la mia solitudine diventerebbe affollata.”
Nadia Terranova, Addio fantasmi

Pier Vittorio Tondelli
“Il senso del possesso che lui osserva nelle altre solitudini gli appare esagerato. In alcuni diventa vera e propria tirchieria, in altri essenzialità, in altri ancora frugalità o nevrosi di ordine, pulizia, attenzione maniacale per la disposizione abituale delle cose e dei sentimenti. Come se la solitudine, quella accettata e rielaborata, avesse costruito, nel cuore dell'individuo, un atlante di percorsi sbarrati, di strade senza uscita, di sensi unici, di dighe, di barriere antisismiche in modo che qualsiasi sentimento o oggetto nuovo abbia un percorso prestabilito, all'interno, per vagare senza arrecare danno.”
Pier Vittorio Tondelli, Camere separate

“Il sognatore, se occorre una definizione precisa, non è un uomo ma, sapete, una specie di essere neutro. Si stabilisce prevalentemente in un cantuccio inaccessibile, come se volesse nascondersi perfino dalla luce del giorno, e ogni volta che si addentra nel suo cantuccio, vi aderisce come la chiocciola al guscio, e diventa simile a quell'animale divertente chiamato tartaruga, che è nello stesso tempo un animale e una casa.”
Fëdor Dostoevskij

Wajdi Mouawad
“Gli umani sono soli. Malgrado la pioggia, malgrado gli animali, malgrado i fiumi e gli alberi e il cielo e malgrado il fuoco. Gli umani sono sempre sulla soglia. Hanno avuto il dono della verticalità, e tuttavia conducono la loro esistenza curvi sotto un peso invisibile. C'è qualcosa che li schiaccia. Piove: ecco che corrono. Sperano nella venuta delle divinità, ma non vedono gli occhi degli animali che li guardano. Non sentono il nostro silenzio che li ascolta. Prigionieri della loro ragione, la maggior parte di loro non faranno mai il grande passo dell'irragionevolezza, se non al prezzo di un'illuminazione che li lascerà esangui, e folli. Sono assorbiti da ciò che hanno sottomano, e quando le loro mani sono vuote, se le portano al viso e piangono. Sono fatti così.”
Wajdi Mouawad, Anima

Rainer Maria Rilke
“Anche amare è bene: poiché l’amore è difficile. Volersi bene, da uomo a uomo: è forse questo il nostro compito più arduo, l’estremo, l’ultima prova e verifica, il lavoro che ogni altro lavoro non fa che preparare. Per questo i giovani, che sono principianti in tutto, ancora non sanno l’amore; lo devono imparare. Con tutto l’essere, con tutte le energie, raccolte intorno al loro cuore solitario, ansioso, dal battito anelante, devono imparare ad amare. Ma il tempo dell’apprendistato è sempre un tempo lungo, chiuso al mondo, e così amare è a lungo, e fin nel pieno della vita, solitudine, intenso e approfondito isolamento per colui che ama. Amare non significa fin dall’inizio essere tutt’uno, donarsi e unirsi a un altro (poiché cosa sarebbe mai unire l’indistinto, il non finito, ancora senza ordine?); è una sublime occasione per il singolo di maturare, di diventare in sé qualcosa, di diventare mondo, diventare mondo per sé per amore di un altro, è una grande, immodesta pretesa a lui rivolta, qualcosa che lo presceglie e lo chiama a vasti uffici. Solo in questo senso, come compito di lavorare a sé (“di stare all’erta e martellare notte e dìâ€�), i giovani potrebbero usare l’amore che viene loro dato. Essere tutt’uno e donarsi e ogni sorta di comunione non è per loro (che ancora a lungo devono risparmiare e radunare), è il compimento, è forse quello per cui oggi intere vite umane ancora non sono sufficienti. In questo però i giovani sbagliano così spesso e gravemente: che essi (nella cui natura è non avere pazienza) si gettano l’uno all’altro quando l’amore li assale, si spandono così come sono, in tutto il loro disordine, scompiglio e turbamentoâ€� Ma come fare allora? (â€�) Se resistiamo e prendiamo su di noi questo amore come fardello e tirocinio, invece di perderci in tutto quel gioco frivolo e lieve (â€�) allora forse un piccolo progresso e un certo sollievo saranno percettibili a coloro che verranno molto dopo di noi (â€�) E questo amore più umano (â€�) somiglierà a quello che noi lottando con fatica andiamo preparando, l’amore che consiste in questo: che due solitudini si proteggano, si limitino e si inchinino l’una innanzi all’altra.”
Rainer Maria Rilke, Lettere a un giovane poeta/Lettere a una giovane signora/Su Dio

“Camminavo e cantavo, perchè quando mi sento felice devo per forza canticchiare qualcosa, come del resto ogni uomo felice che non ha né amici né buoni conoscenti, e non sa con chi dividere la gioia di un attimo lieto.”
Fëdor Dostoevskij, Le notti bianche

Edward Carey
“E freddo, più freddo che nelle giornate d’inverno, quando il fiato si addensa nell’aria e le pozzanghere si ghiacciano, e ti scotti le dita quando tocchi il metallo e tremi e rabbrividisci anche se ti sei vestita con strati di roba pesante, e hai la sensazione che non riuscirai più a scaldarti mai più nella vita. Ancora più freddo di così. E disperato, senza barlume di speranza. E la sensazione di essere morta. Smarrita per sempre da tutti. Sepolta viva negli abissi all’insaputa di tutti. E la sensazione di inutilità, di essere a pezzi e sola. Nel buio gelido. Ecco come mi sentivo.
Mi sono spenta, pensai.
Mi sono estinta.
Non sono più accesa.”
Edward Carey, Heap House

Hermann Hesse
“Imparare a soffrire è difficile. (â€�) Imparate ad ascoltare la voce della vita quando si fa sentire! Imparate a guardare quando il sole del destino scherza con le vostre ombre! Imparate il rispetto per la vita! Imparate il rispetto per voi stessi! (â€�) soffrire rende tenaci, soffrire tempra. (â€�) Perché l’azione, la buona e radiosa azione, amici miei, non viene dal fare, non deriva dall’attivismo, non è frutto della diligenza e del martellare. Essa cresce solitaria sui monti, cresce sulle cime, dove sono silenzio e pericolo. Sgorga dal doloreâ€� (â€�) Io vi parlo della solitudine. Solitudine è la via lungo la quale il destino vuol portare l’essere umano a se stesso. Solitudine è la via che l’essere umano teme massimamente.”
Hermann Hesse, Il coraggio di ogni giorno

Haruki Murakami
“- (...) Per esempio, adesso che cammino attaccata forte a te, non ho nemmeno un po' di paura. Il buio e il male non possono trascinarmi via.
- Allora, il problema è molto semplice. Basta che stiamo sempre come adesso.”
Murakami Haruki, Norwegian Wood

Sylvia Plath
“Quando infine trovi qualcuno in cui senti di poter riversare la tua anima, ti blocchi di colpo davanti alle tue stesse parole - le hai tenute dentro così a lungo, contratte nel buio, che sono ormai sbiadite, brutte, banali, fiacche. Sì, c'è l'allegria, l'autorealizzazione, lo stare insieme: ma la solitudine dell'anima, nella sua spaventosa consapevolezza, è insopportabile, soverchiante.”
Sylvia Plath, The Unabridged Journals of Sylvia Plath

Haruki Murakami
“Vorrei poter comunicare alla foresta, in modo visibile, che non ho più paura, e che per questo ho scelto di essere disarmato. O forse è un messaggio che mando a me stesso. Avanzo da solo, senza più acun guscio, verso il centro del labirinto, pronto ad abbandonarmi al vuoto che troverò lì dentro.”
Haruki Murakami, Kafka on the Shore

Henry James
“Ralph dichiarò che per lui l’aristocrazia non lasciava un vuoto che la signorina Stackpole stessa non riuscisse a colmare, e che in quel momento non si poteva trovare un uomo più contento di lui. In questo diceva la verità, perché quei frusti giorni di settembre, nell’enorme città semivuota, portavano un fascino avvolto in sé, così come in uno straccio polveroso può essere ravvolta una gemma dai mille colori. Quando a sera rientrava nella casa vuota di Winchester Square, dopo una serie di ore trascorse con le sue relativamente ardenti compagne, s’aggirava per la gran sala da pranzo oscura, dove la candela che egli entrando prendeva dal tavolo nell’atrio costituiva tutta l’illuminazione. La piazza era silenziosa, la casa era silenziosa; se apriva una delle finestre della sala da pranzo per far entrare un poâ€� d’aria, udiva il lento scricchiolio degli stivali di una solitaria guardia di città. Il suo stesso passo, nella casa vuota, sembrava alto e sonoro; alcuni tappeti erano stati avvolti, e dovunque andasse egli risvegliava una eco malinconica. Si sedeva in una delle poltrone; la grande tavola da pranzo scura luccicava qua e là alla debole luce della candela; i quadri sulle pareti, tutti molto scuri, apparivano vaghi e indistinti. C’era un’aria spettrale, come di pranzi da lungo tempo digeriti, di discorsi conviviali che avevano perduto la loro attualità. Questa punta di soprannaturale forse aveva qualcosa a che vedere con il fatto che la sua fantasia prendeva il volo e che egli rimaneva nella sua poltrona molto più in là dell’ora alla quale avrebbe dovuto essere a letto; senza far niente, senza nemmeno leggere il giornale della sera. Dico che non faceva niente, e confermo l’espressione, proprio perché in quei momenti egli pensava a Isabel. Per lui pensare a Isabel non poteva essere che un ozioso passatempo, che non portava a niente e giovava ben poco ad alcuno. La cugina non gli era mai sembrata così affascinante come in questi giorni trascorsi a scandagliare, alla maniera dei turisti, gli abissi e la superficie dell’elemento metropolitano. Isabel era piena di premesse, di conclusioni, di emozioni; se era venuta in cerca di colore locale, lo trovava dappertutto. Faceva troppe domande perché lui potesse darvi risposta, e varava audaci teorie, su cause storiche ed effetti sociali, che egli era incapace nella stessa misura di accettare o di confutare.”
Henry James, The Portrait of a Lady

Carlos Liscano
“Scrivere è costruire la solitudine inaccessibile. Non la solitudine che arriva al lettore attraverso l’opera, ma l’altra, quella più profonda, quella dell’animale condannato a dialogare con se stesso, a riflettere da solo. Condannato ad oscillare tra l’entusiasmo puerile e la depressione trascinante.”
Carlos Liscano, Lo scrittore e l'altro

Idra Novey
“E se le sue dita avessero fallito il compito, se i suoi pensieri si fossero rivelati indegni di essere scritti, chi l’avrebbe saputo? Era sola con tutte le ore della sua vita.”
Idra Novey, Ways to Disappear

Paolo Cognetti
“Tornato quassù dopo tanto tempo. Sarebbe bello restarci tutti insieme, senza vedere più nessuno, senza dover più scendere a valle.”
Paolo Cognetti, Le otto montagne

Cyril Pedrosa
“Da quando sono qui da sola, ho la sensazione di passeggiare tenendo i miei morti per mano. Facciamo un giro, mi confortano e mi hanno paura allo stesso tempo. Mi raccontano la stessa storia, tutti i giorni.”
Cyril Pedrosa, Les équinoxes

Paolo Crepet
“Io non posso abituarmi a vivere in un mondo dove l'ascolto ha un prezzo, non posso delegarlo a una categoria professionale.”
Paolo Crepet, Solitudini: Memorie di assenze

“Uno dei miei modi per sopravvivere a una vita frenetica è crearmi delle isole felici. Un posto dove abbassare le difese e poter respirare a pieni polmoni mandando a quel paese tutto il mondo fuori. Non deve essere per forza un posto fisico specifico, bastano anche dei singoli momenti. Mentre guidi una bella canzone in sottofondo, seduta fuori sul balcone in una serata d'estate.”
Laura Di Gianfrancesco, Le Rondini non si scontrano mai

Banana Yoshimoto
“Non avevo al mondo nessuno del mio sangue, potevo andare in qualunque posto, fare qualunque cosa. Provai una sorta di vertigine.
Stavo toccando con mano e vedendo con i miei occhi, per la prima volta, quanto fosse immenso il mondo e profonda l'oscurità e l'infinito fascino e solitudine di tutto ciò.”
Banana Yoshimoto, Kitchen

Jojo Moyes
“D'un tratto fui grata di avere un uomo solido al mio fianco in un mondo dov'era così facile cadere.”
Moyes, Jojo. - Dopo di te, vol 2.

“[...] abito ormai da otto anni a Pietroburgo e non sono riuscito a fare quasi nessuna conoscenza. Ma che senso hanno le conoscenze? Anche senza di esse conosco tutta Pietroburgo [...]”
Fëdor Dostoevskij, Le notti bianche

“«Sono completamente senza una storia. Come si dice da noi, ho vissuto per me stesso, cioè completamente soloâ€� solo, completamente solo, sapete che vuol dire solo?»”
Fëdor Dostoevskij, Le notti bianche

Ilaria Tuti
“La solitudine era una coinquilina discreta, che non invadeva mai gli spazi e lasciava tutto com'era. Non aveva odore, né colore. Era un'assenza, un'entità che si definiva per contrapposizione, come il vuoto, ma esisteva.”
Ilaria Tuti, Fiori sopra l'inferno

Luigina Sgarro
“Non si è mai così estranei come quando lo si diventa.”
Luigina Sgarro

Alberto Moravia
“Non è solo chi è solo; è solo chi si sente solo.”
Alberto Moravia, L'automa

Janine Boissard
“Abbiamo bevuto il caffè in silenzio. Avevo il cuore gonfio: si può accettare la propria diversità, rivendicarla, e poi sentirsi soli.”
Janine Boissard , ²Ñ²¹°ù¾±±ð-³Ù±ð³¾±èê³Ù±ð

Elizabeth Strout
“Il silenzio, là dove avevano riecheggiato per tanti anni il suono della voce di Pam, le sue chiacchiere, le risate, le opinioni taglienti, gli improvvisi scoppi di pianto. L’assenza di tutto questo, il silenzio di una doccia che non scorreva, di cassetti che non si aprivano, perfino il silenzio di se stesso, che quando rientrava in casa non parlava, non raccontava a nessuno la sua giornata. Quel silenzio quasi lo uccideva.”
Elizabeth Strout, The Burgess Boys

Grégoire Delacourt
“La vita è la breve distanza tra due vuoti.
Ci affanniamo per riempirla. Perdiamo tempo ad allungarla. Vorremmo che fosse eterna. A volte ci inventiamo perfino una seconda esistenza. Respiriamo e mentiamo. Guardiamo senza vedere. Vorremmo godere di tutto, ma tutto ci scivola tra le dita. Amiamo ed è già finita. Crediamo nel futuro passato e già lì. Veniamo dimenticati così presto. Non vogliamo perdere, E quando arriva la fine ci rifiutiamo di abbassare le palpebre. Rifiutiamo la manciata di terra sulla pelle gelida. Eppure bisogna saper mollare la presa.
"Danzando sull'orlo dell'abisso”
Delacourt Gregoire

Grégoire Delacourt
“Per questo ho deciso di aspettare la notte, perché attenua i contorni, sfuma i volti, rende opachi di sguardi - vi si può scomparire dentro.
"Danzando sull'orlo dell'abisso”
Delacourt Gregoire

Grégoire Delacourt
“Ci tengo a dire che ricerco il vuoto perché il vuoto mi somiglia.
"Danzando sull'orlo dell'abisso”
Delacourt Gregoire