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Viaggio Quotes

Quotes tagged as "viaggio" Showing 31-60 of 67
Federico Pace
“I treni sono come l’estate, avvicinano le persone per la durata di un tempo fuggitivo e insolito”
Federico Pace, La ±ô¾±²ú±ð°ù³Ùà viaggia in treno

“Il mare fa sognare. La montagna fa riflettere.”
Emanuele Mazzocco, Al di là delle cose scontate

Tiziano Terzani
“Vivo ora, qui, con la sensazione che l'universo è straordinario, che niente ci succede per caso e che la vita è una continua scoperta. E io sono particolarmente fortunato perché, ora più che mai, ogni giorno è davvero un altro giro di giostra.”
Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra

Jules Verne
“Curiosissimo, curiosissimo!" diceva tra sé Passepartout nel ritornare a bordo. "Mi accorgo che, quando si vogliono vedere cose nuove, viaggiare non è inutile.”
Jules Verne, Around the World in Eighty Days

Vasco Brondi
“Avresti voluto più internazionalità nella tua esistenza.”
Vasco Brondi, Cosa racconteremo di questi cazzo di anni zero

Italo Calvino
“Il mio nome è al termine del mio viaggio.”
Italo Calvino

Thomas Mann
“Era voglia di viaggiare, nient'altro; ma sopraggiunta davvero come un accesso e cresciuta fino alla passione, addirittura all'inganno dei sensi.”
Thomas Mann

“Quando ci si avvicina alla meta il viaggio, per una qualche ragione che ha a che fare coi meandri del pensiero, dell'attesa e della sopportazione, diventa sempre più faticoso”
Pace Federico

“L'ultimo tratto di ogni viaggio è sempre il più complesso, il più lungo, anche quando è il più breve”
Pace Federico

Olivier Föllmi
“Mantenete lo stesso atteggiamento di quando siete in viaggio. L'intera vostra vita è un viaggio. Restati fedeli al vostro percorso.”
Olivier Föllmi

Eshkol Nevo
“Quando si viaggia con una persona per dei mesi, tutti i normali canali di conversazione, quelli forzosi, si esauriscono, e si arriva a comportarsi con la massima naturalezza. Si conversa con parsimonia. Si tace tranquillamente. E di tanto in tanto sgorga, come per caso, una conversazione con qualche novità.”
Eshkol Nevo, World Cup Wishes

“Che possano essere tuoi compagni di vita... ti aiuteranno a capire, ad avere mille punti di vista, a scoprire mondi mai visti o mai esistiti. Ti aiuteranno a conoscere vite diverse, alcune delle quali nemmeno avresti mai immaginato... ti aiuteranno a crescere, piangere e Che passano essere sorridere...
Che possano essere tuoi compagni... i libri.”
Valentina Macchiarulo, Leggera come lei

“Solo fra le montagne l'uomo è grande, franco e onesto: in città anche i migliori individui non sanno difendersi dalle false ideologie borghesi, dall'ipocrisia e dalla corruzione.”
Ettore Castiglioni, Il giorno delle Mésules: diari di un alpinista antifascista

Kurt Diemberger
“Io credo che la montagna non sia fatta perchè qualcuno possa mostrare l’uso di una particolare tecnica, a qualsiasi costo, e tanto meno perchè qualcuno possa far mostra della propria bravura. Sarebbe un criterio per lo meno scorretto. La montagna non è uno strumento per valutare le capacità , è qualcosa di ben più grande, come un grande albero di fianco ad un formicaio. Puoi essere la formica più veloce, la più attiva, ma l’essenza dell’albero ti sfugge. Su una montagna l’uomo può solo tentare di capire, qualche volta vi si avvicina, ma quando ci arriva veramente non ha più bisogno di parole nè di misura.”
Kurt Diemberger, Gli spiriti dell'aria

Kurt Diemberger
“È molto bello quiâ€� commenta infine togliendosi la pipa di bocca; e poi, indicando i costoni calcarei dell’Untersberg, “Lo vedi quel bosco?â€� Una pausa. “Da noi sono più grandi, molto più grandi, non finiscono mai. Quando riuscirai a immaginarli, vuol dire che sei già là , in Canada, nelle Rocky Mountains.”
Kurt Diemberger, Gli spiriti dell'aria

Kurt Diemberger
“Ecco, sotto di noi si riconoscono ormai le case. Rosse, gialle, azzurre, verdi, arancioni, ci sono tutti i colori, come se un pittore burlone avesse spruzzato più volte il suo pennello sul bruno granito dell’isola.”
Kurt Diemberger, Gli spiriti dell'aria

Kurt Diemberger
“In ogni caso va usato il buon senso che â€� e non solo in montagna â€� vale più della teoria, soprattutto se conti di tornare a casa a raccontare la storia.”
Kurt Diemberger, Gli spiriti dell'aria

Kurt Diemberger
“La tua terra non è semplicemente il posto dove sei nato e vissuto da bambino. La tua terra si espande e man mano che tu vivi le tue radici affondano nel suolo di altri paesi. Eâ€� un dono della vita, ma anche un peso, perchè gioia e nostalgia diventano tuoi compagni sempre più inseparabili.”
Kurt Diemberger, Gli spiriti dell'aria

Kurt Diemberger
“Come l’ardita e cupa prora di una nave, l’Aiguille Noire fende i flutti dell’aria portati dalla tempesta. Ciuffi di nubi salgono verticali sopra la cresta, come bandiere. Noi invece siamo qui, schiacciati contro la parete. Le nebbie fluttuano sopra di noi, sprazzi di luce, là dove comincia la neve.”
Kurt Diemberger, Gli spiriti dell'aria

Kurt Diemberger
“A ogni movimento devo avere tre punti d’appoggio, come dice la vecchia regola dell’alpinismo, o due mani e un piede, o due piedi e una mano, mentre l’altro, piede o mano, cerca il nuovo appiglio.”
Kurt Diemberger, Gli spiriti dell'aria

Paolo Rumiz
“Oggi, in questo mondo sovraffollato, non credo ci resti, per viaggiare davvero, altra direzione che l'Aurora. Non so perché ci ostiniamo a chiamarla Est. È un doppio inganno. Quel monosillabo assembla cose diversissime e incompatibili: il Centro Europa, i Balcani, l'impero russo, l'arcipelago dei mondi musulmani dalla Turchia in poi. E poi quella parola secca è un marchio, un timbro extracomunitario che respinge, notifica i nostri vuoti mentali, i nostri pregiudizi. È una sbarra che chiude la strada, non una porta che si apre su altri mondi. Per questo preferisco chiamarla Oriente.”
Paolo Rumiz, Tre uomini in bicicletta

Paolo Rumiz
“Credo che per "entrare" nei luoghi il giornalista debba ascoltare la strada, cioè le voci deboli distanti dai riflettori dei media. Per farlo bene, deve accettare alcune regole di comportamento. Primo: sparire, mescolandosi alla gente se possibile fingendosi di non essere giornalista. Secondo: condividere, cioè dare qualcosa di suo - anche un semplice racconto - per trasformare l'intervista in un rapporto di scambio. Terzo: viaggiare lentamente per attraversare le periferie del mondo minore. Solo così saprà avvertire le mutazioni lunghe e non farsi sorprendere dai deragliamenti improvvisi della modernità.
La vecchia bicicletta consente tutto questo. Essa è dunque uno straordinario strumento di reportage. Ti immerge nel contesto, ignorato da questo giornalismo cieco, fatto solo di primi piani. È anche una macchina dei pensieri, che offre al tuo scrivere il ritmo giusto dell'andare. È un mantra che rende il racconto più musicale, dunque ascoltabile.”
Paolo Rumiz, Tre uomini in bicicletta

Paolo Cognetti
“Avrà imparato di più chi ha fatto il giro delle otto montagne, o chi è arrivato in cima al monte Sumeru?”
Paolo Cognetti, Le otto montagne

Paolo Rumiz
“Cedo le armi. L'idea di Roma come spazio franco e rifugio di banditi: ecco qualcosa di affine. C'è qualcosa di antico nell'immagine del fuggiasco che viaggia nella tempesta, vede una capanna, bussa e viene accolto. Il templum. Il sacro perimetro che ti salva. Il luogo rifugio che nelle lingue del Mediterraneo d'Oriente ha lo stesso nome della santità. Barak. La baracca. Che poi sta alla radice di Barka, la gens di Annibale, e di Barcellone. Il vino ha chiuso il cerchio.”
Paolo Rumiz, Appia

Jean-Claude Izzo
“comme beaucoup de Marseillais, les récits de voyages me comblaient plus que les voyages eaux-mêmes / come molti marsigliesi, i racconti di viaggi mi incantavano più dei viaggi stessi.”
Jean-Claude Izzo, Chourmo

Paolo Rumiz
“Ho sentito Guido Ceronetti (il suo cinismo e l'incantamento dei viaggiatori del Gran Tour li abbiamo evocati in egual misura lungo la strada) affermare che a fare la Storia sono "i piedi instancabili dell'Homo sapiens". Dio l'abbia in gloria per questa folgorante definizione. Quei piedi senza pace dicono che alla fine non vincerà il sedentario abbarbicato alle sue rendite, ma il suo antagonista di sempre: chi molla tutto chi supera il dolore del distacco e la paura del mare nero per cercare una vita migliore. Vince chi brucia le navi sulla battigia per non cadere nella tentazione del ritorno. Nulla però può fermare un ventenne che prende il mondo contromano, a stomaco vuoto e la testa piena di sogni.
Mi avete insegnato che l'uomo ha piedi, non radici, e che da sempre la Storia "facit saltus" grazie a quelli che li usano, chiamateli viaggiatori o migranti, oppure trasmigratori, come li definiva l'uomo dalla mascella volitiva per nascondere la miseria dell'emigrazione. Mio nonno fu un migrante della fame, partì da solo a otto anni per l'Argentina. C'è di mezzo anche il mio vecchio in questo viaggio. È anche per causa sua se sento simpatia per gli esiliati. Come loro, sono conscio di aver esercitato un diritto millenario, primordiale. Anche a costo di bucare frontiere e aprire varchi nei reticolati con le cesoie.”
Paolo Rumiz, Appia

“Purtroppo il Signore mi ha donato questa maledetta testa pensante, che non si ferma ad accettare la realtà come viene o come appare. No. La mia testa rimugina, si tortura in mille pensieri, approfondisce, si incuriosisce, non si placa mai ma mi porta sempre al di là dell'immediato. Al di là delle cose scontate.”
Emanuele Mazzocco, Al di là delle cose scontate

Chiara Panzuti
“«Questa sei tu. La tua realtà, la tua vera essenza, il tuo io. Tu sei il Nord. E non importa quanto il cielo possa essere scuro, non importa la luce delle stelle o il mare in burrasca. Tu esisterai sempre, e il tuo ago, la tua bussola interiore, indicherà dove sei». Si fermò, la voce leggermente incrinata. «Per i miei genitori era importante, loro volevano che io mi trovassi, che sapessi chi ero. E ora sono io a volerlo con te. Faith, ho bisogno di sapere che mi ricorderai. Se mai ti iniettassero un siero in testa, so che non sarà questa scritta a farti rinsavire, so che non sarà il mio nome a farti ricordare ma ti prego... Faith, posso condividere il tuo Nord? Su questa bussola, possiamo essere il Nord insieme? Cosi quando troverai te stessa... ritroverai anche me. Ovunque, con o senza memoria».”
Chiara Panzuti, Absence. Il gioco dei quattro

Chiara Panzuti
“Se il mondo non mi voleva, sarei stata ombra, se il mondo non vedeva, sarei stata assenza.
Invisibilità, silenzio, morte.
Sarei stata la solitudine, la vera solitudine, quella che cerchiamo di zittire distraendo le nostre menti con ogni mezzo possibile. Sarei stata la consapevolezza della fine, la certezza di non essere visti, sentiti, memorizzati.
Il resto faceva troppo male. Non si poteva dire, tantomeno pensare. Il resto era il baratro che mi avrebbe spinta sempre più in basso, fino alla pazzia più totale.
Forgiai ciò che restava di me stessa, la rabbia, e con quella decisi di proteggermi. Con quella decisi di reagire.
Volevo bene a Scott e a Christabel. Volevo bene Jared qualunque fosse il sentimento che mi legava a lui. Li avrei protetti a costo della vita, perché loro erano il presente, il vincolo, la famiglia. Meritavano la mia lucidità, meritavano la mia ribellione.”
Chiara Panzuti, Absence. Il gioco dei quattro

“«Sott'acqua è un'esplosione di vita, come se il mondo fosse rovesciato e ciò che è fuori si fosse trasferito dentro: pesci e coralli che riempiono ogni spazio, come se improvvisamente ti trovassi nel centro di una metropoli sovraffollata. Colori impossibili e suoni che non hai mai sentito prima, perché il mare non è affatto silenzioso come pensi: è vivo» proseguì Diego con entusiasmo.
Guardò Alice che lo fissava con l'espressione di una bambina che mentre presta attenzione a una favola non sta realmente ascoltando: vive in quella storia.
«Sei sospeso: non avverti più il tuo peso, acquisti una nuova consapevolezza del tuo spazio. L'aria che hai nei polmoni e la dimensione del tuo torace, braccia e gambe si muovono per trovare equilibrio prima di generare movimento».
Diego sentì crescere in sé la memoria di quelle sensazioni.
«Compare uno squalo o una murena. Ti ricordano che non sei al cinema dove il debole innocente trionfa sul forte e astuto colpevole. Sopravvive il più forte o il più veloceâ€� il più scaltro. Non c'è nulla che ti protegga: c'è il mare, la sua bellezza e il suo pericolo. Sei da solo senti solo... Sei semplicemente libero».”
Emilio Alessandro Manzotti, Freccia